l’analisi

L’allarme: le famiglie usano i risparmi per pagare le bollette

Notevoli difficoltà per i più poveri, serve politica mirata, dice la Bce


di Corrado Chiominto


ROMA. L'aumento dei prezzi del gas e dell'energia stanno provocando "notevoli difficoltà finanziarie" alle famiglie che "attingono dai loro risparmi per attutire l'impatto che i prezzi più elevati dell'energia hanno sui consumi".

Un impatto che interessa le famiglie in maniera differenziata a secondo del reddito ed è cinque/sei volte maggiore per i nuclei più poveri.

A suonare l'allarme sulle difficoltà delle famiglie è un'anticipazione del bollettino economico della Banca Centrale Europea nel quale gli economisti della banca centrale valutano l'impatto dei maggiori costi energetici sui consumi: i rincari - spiegano - hanno "implicazioni distributive significative, che richiedono misure mirate di politica fiscale".

Per fronteggiare la situazione sono tre le possibili strade indicate nello studio: la riduzione degli acquisti di altri beni, l'utilizzo dei risparmi, l'aumento del reddito. 

Ma questa appare una premessa dalla quale si arriva, poi, ad una sola conclusione. "Le famiglie riducono sostanzialmente i loro rapporti di risparmio per far fronte all'aumento della spesa per l'energia (sebbene in misura minore se le riserve di liquidità per spese impreviste sono limitate)".

Ovviamente l'impatto non è uguale per tutti. "L'identificazione delle risposte del risparmio su diversi quintili di reddito - afferma il report Bce - rivela che, a parità di aumento assoluto della spesa energetica, la riduzione del risparmio è inversamente correlata al reddito della famiglia e circa cinque o sei volte maggiore per le famiglie nel quintile più basso della distribuzione del reddito rispetto a quelli del quintile superiore".

In pratica il 20% delle famiglie più povere riduce di molto il proprio risparmio. Tra le righe del rapporto si legge che l'aumento dei prezzi ha sorpreso le famiglie che all'inizio del 2021 avevano superato lo shock dei lockdown e avevano fatto ripartire la 'domanda' di beni.

I rincari partiti dopo l'estate hanno "soffocato" le attese finanziarie delle famiglie, "pesando sui loro piani di spesa".

Insomma le famiglie hanno iniziato a tirare la cinghia.

Ma questo non è sufficiente. "Quando la spesa per l'energia aumenta, le famiglie riducono in piccola misura gli acquisti di beni e servizi essenziali - spiegano gli economisti Bce - L'elasticità media di sostituzione tra la spesa per l'energia e altri beni essenziali (ad es. generi alimentari, alloggio e servizi sanitari) è piuttosto bassa.

Laddove i bisogni primari sono soddisfatti principalmente attraverso articoli a basso costo (come nel caso delle famiglie con i redditi più bassi), vi è un margine molto limitato per comprimere la spesa per altri beni essenziali in risposta all'aumento dei prezzi dell'energia".

Solo il 20% della popolazione più ricca non ha cambiato, o ha cambiato in modo limitato, la propria propensione agli acquisti.

Le conclusioni sono chiare. "L'aumento dei prezzi dell'energia ha implicazioni distributive significative, che richiedono misure di politica fiscale mirate - afferma lo studio Bce - L'impatto che i prezzi dell'energia hanno sul reddito e sulla spesa delle famiglie dipende principalmente dal livello di esposizione della famiglia.

Le famiglie a basso reddito con alti livelli di esposizione tendono a subire notevoli difficoltà finanziarie quando la spesa energetica aumenta in modo imprevisto e rispondono a tali shock riducendo i risparmi o ritardando i pagamenti. Di conseguenza, è più probabile che tali famiglie ritengano che sia necessario che i governi mitighino l'impatto negativo dell'aumento dei prezzi dell'energia". 













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