giovani protagonisti

Sabina Pellegrini vende nel mondo oltre centomila bottiglie di vino

La 27enne guida l’azienda di famiglia assieme alle sorelle: «Siamo cresciute in cantina al fianco della mamma»


Carlo Bridi


VERLA DI GIOVO. La storia di questa settimana porta dritti in Valle di Cembra, la valle della viticoltura per antonomasia, dentro una realtà saldamente in mano femminile. La mamma Maddalena, 12 anni fa, è stata fra le prime 50 protagoniste di queste storie che raccontano il Trentino. Nel corso degli anni le tre figle sono cresciute e ora tutte e tre sono impegnate nell’azienda di famiglia. La protagonista di oggi è la 27enne Sabina Pellegrini; dopo il master alla FEM sulle strategie dell’internazionalizzazione delle aziende con focus sui mercati e dopo aver frequentato un corso di sommelier in lingua inglese, è entrata in azienda a tempo pieno. Le sorelle Linda e Chiara hanno ognuna un ruolo preciso.

La giovane protagonista

«Il mio ruolo prevalente – spiega Sabina – è quello della commercializzazione dei nostri vini all’estero. Stiamo vendendo addirittura meglio all’estero che in Italia. Certo, nulla avviene per caso, questo è il frutto della nostra costante presenza ai più importanti eventi enologici internazionali. Ma non solo, ora che abbiamo una clientela consolidata, andiamo anche a visitare i nostri clienti. La parte di conduzione dell’azienda agricola, come detto è in mano a papà, si tratta di un’azienda vitata di 12 ettari, in parte in proprietà ed in parte in affitto. Il 75% dell’azienda si trova in Val di Cembra, dove coltiviamo il Muller Thurgau, il nostro vitigno simbolo, il Pinot Nero, doc superiore la Chardonnay. Tutti prodotti per la base spumante. In Rotaliana coltiviamo il Teroldego Rotaliano ed il Lagrain». Alla domanda del perché di tale scelta professionale, Sabina Pellegrini risponde, che «la scelta risale a quando ero bambina, noi tre sorelle di fatto siamo cresciute in cantina al fianco della mamma».

La società agricola

Fra i cinque famigliari è stata costituita una società semplice agricola per la gestione dell’azienda. «Sono nell’azienda ormai da 8 anni, fin dal 2015, con la volontà di crescere e migliorarci», spiega la giovane protagonista. Fra i tanti progetti futuri spicca quello della creazione di nuovi vini, «ma anche lo sviluppo della produzione del Trentodoc, che è il comparto sul quale come cantina siamo cresciuti maggiormente. Ora abbiamo due blanc de blanc millesimati e un Rosè che è il nuovo nato. Dei tre Trentodoc, produciamo complessivamente 25mila bottiglie, tutto millesimato, e 85mila bottiglie di vini fermi. Il Trentodoc è molto richiesto in Italia, più che all’estero, più dei vini fermi. Ma da sempre il nostro obiettivo – prosegue la Pellegrini – è quello di differenziare i mercati, così si incorre meno nei momenti di difficoltà». Il consiglio per le festività? «Un bell’abbinamento del Trentodoc a tutto pasto, dall’aperitivo alle carni rosse, fino al pesce. I nostri Trentodoc, sono tutti con residui zuccherini molto bassi e un’acidità molto buona». 

Il mercato

Le vendite tirano molto bene in Italia e all’estero, dove come detto va oltre la metà della produzione. Importante una forte differenziazione dei mercati nei momenti di difficoltà.

Sogni nel cassetto

C’è ancora qualche sogno nel cassetto da realizzare? «I sogni sono tanti – afferma Sabina – non mi sento mai realizzata appieno, sono sempre alla ricerca della perfezione, anche nella mia intesa attività che svolgo all’estero, cerco sempre un approccio migliore e i risultati si vedono». Dopo otto anni di impegno in azienda e all’estero è pentita della scelta? «Assolutamente no, è un lavoro che mi piace, anche perché è molto vario e mi porta ad incontrare molte persone». 

L’ambiente

E con l’ambiente come la mettiamo? «L’ambiente per me, ma anche per le mie sorelle, è molto importante, per questo fin dall’inizio della nostra attività abbiamo puntato su una viticoltura sempre più sostenibile. Siamo impegnate a trovare un giusto equilibrio fra produzione e ambiente», sottolinea. In questa ottica avete mai pensato alla trasformazione biologica della vostra azienda? «In futuro non lo escludiamo, ma per il momento non lo riteniamo tecnicamente possibile. Nella vendita dei nostri prodotti sempre più i nostri clienti vogliono capire che azienda, che cantina, ma anche che di famiglia c’è dietro quella bottiglia di vino o di Trentodoc. In questo siamo agevolati perché la nostra è una bella famiglia unita dove tutti concorrono a fare la loro parte. Certo – conclude Sabina – mi è rimasto poco tempo per i miei hobby, solo palestra, corsa e camminate in montagna».













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