Tassa di soggiorno solo fino a 10 notti

Il tetto favorirà i campeggi che hanno permanenze più lunghe. Dallapiccola: «Cda delle Apt, due terzi agli albergatori»


di Chiara Bert


TRENTO. La tassa di soggiorno che la Provincia ha inserito nella Finanziaria, con partenza dal 1° maggio 2015, avrà un limite massimo di giorni di applicazione: un numero massimo di 10 notti di soggiorno consecutive presso la stessa struttura (casa, albergo, campeggio). Lo prevede un emendamento depositato dal presidente Ugo Rossi che modifica l’articolo 65. Sarà il regolamento di esecuzione della nuova imposta a stabilire il termine a cui si applica la tassa di soggiorno che non potrà comunque essere inferiore alle 10 notti. «In provincia di Bolzano - fa notare l’assessore al turismo Michele Dallapiccola - la tassa è applicata sine die. Noi abbiamo una situazione diversa e vogliamo introdurre un termine in base al numero di giorni di permanenza». Negli alberghi la media è di 5 giorni scarsi, mentre nell’extra-alberghiero è in genere molto più lunga. Questo significa che i turisti che faranno soggiorni lunghi avranno un vantaggio, perché oltre i 10 giorni non pagheranno più.

Nella legge finanziaria la giunta ha previsto ch l’imposta sia applicata con criteri di gradualità, da un minimo di 0,5 euro a un massimo di 2,5 euro per pernottamento, in relazione alla struttura ricettiva. L’ipotesi è che sia di 1euro per gli hotel a 3 stelle, 1,30 euro per le strutture ricettive superiori e 0,70 euro per b&b, agritur, campeggi. Il gettito stimato è di 7 milioni nel primo anno di applicazione (la tassa partirebbe dal 1° maggio prossimo) e di 12 milioni annui a regime. Un modo per recuperare risorse ma anche - ha ricordato Rossi nella sua relazione al bilancio - «per valorizzare la capacità attrattiva dei territori», ai quali sarà restituito il gettito.

Ma la nuova imposta è duramente osteggiata dagli albergatori, che temono rappresenterà un freno ai turisti, e dalle opposizioni che in consiglio hanno presentato emendamenti per cancellarla o quantomeno per ritardarne l’applicazione. Ma a riprova che la tassa di soggiorno non porterà ad una migrazione di massa dei turisti, l’assessore Dallapiccola cita i dati dell’ultima estate: «Stesso problema con il maltempo, ma a Bolzano, dove la tassa c’è già, il calo è stato meno forte che in Trentino».

Un altro fronte aperto, con cui l’assessore prova a mediare con le minoranze, è quello della rappresentanza nei cda delle Apt (che potranno incrementare la tassa): «Saranno implementati con almeno due terzi dei posti assegnati agli imprenditori del turismo», spiega Dallapiccola. Walter Viola (Pt) chiede però garanzie su chi gestirà le somme incassate: «La Provincia o i territori?». E insiste per rinviare l’introduzione al 1° dicembre 2015 «per non mettere a rischio contratti già firmati per la prossima estate».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano