Ristoranti, una pioggia di stelle Michelin

In Trentino tre nuovi riconoscimenti: Maso Franch, ’L Chimpl e Dolomieu. Complessivamente l’Alto Adige ci batte 20 a 10


di Angelo Carrillo


TRENTO. Pioggia di stelle in Trentino. La nuova gastronomia trentina ha il viso giovane e fresco di Diego Rigotti che in poco più di 12 mesi e a meno di 30 anni (29 per la precisione) entra nell’olimpo degli chef stellati e riporta l’ambito premio della guida Michelin a Maso Franch all’ingresso della Val di Cembra dopo l’uscita di Markus Baumgartner. Sono tre le nuove stelle Michelin che si aggiungono alle sette dello scorso anno innalzando sugli scudi la ristorazione del Trentino. Oltre a Maso Franch si guadagnano la stella l’ottimo ‘L Chimpl dello chef Stefano Ghetta di Vigo di Fassa e il Dolomieu dello chef di origine riminese Enrico Croatti a Madonna di Campiglio.

Tutti chef giovani e ambiziosi che portano una “tempesta” di aria fresca in trentino aggiungendosi ai sette ristoranti già premiati lo scorso anno per un totale di dieci ristoranti stellati. Sommando a questi i venti ristoranti stellati dell’Alto Adige la regione si piazza al quarto posto della classifica nazionale dopo Lombardia, Piemonte e Campania.

Tre colossi. L’Alto Adige contribuisce a questo successo con due nuove entrate che sono il ristorante Alpes dell’Hotel Bad Schörgau di Sarentino dove lo chef Egon Heiss ha rivoluzionato la cucina e in soli tre anni ottiene l’ambito riconoscimento. Anche Chris Oberhammer con il ristorante Tilia ritorna sugli scudi dopo i successi degli anni passati anche se nella nuova location di Dobbiaco. Confermate anche le due stelle Michelin ai ristoranti St Hubertus di Norbert Niederkofler a San Cassiano in Badia, Trenkerstube di Gerhard Wieser a Tirolo e Jasmin di Martin Obermarzoner a Chiusa. In tutto sono 17 i ristoranti altoatesini con una stella Michelin e tre con due. L’anno prossimo chissà? Per tornare in Trentino, oltre ai tre nuovi arrivi, vengono confermate le strameritate stelle a El Molin di Alessandro Gilmozzi che a Cavalese ha creato uno dei più interessanti centri di studio e sviluppo della nuova cucina di montagna italiana. Naturalmente stella anche a Locanda Margon di Alfio Ghezzi. Cuoco davvero raffinato e dalla tecnica che rasenta la perfezione. La sua “locanda” offre inoltre uno squarcio entusiasmante sui vigneti di casa Ferrari ma propone anche una delle più belle carte dei vini italiani grazie a una collezione di antiche bottiglie italiane che quasi nessun’altro ristorante italiano può vantare.

La vivacità gastronomica del trentino dell’ultimo lustro si conferma anche nei suoi centri più turistici. Madonna di Campiglio in primis dove oltre alle new entri del ristorante Dolomieu dell’Hotel Dolce vita vengono confermate le stelle alla Stube Hermitage e al Gallo Cedrone. I due ristoranti annessi ad albergo sono ormai una consolidata realtà che dà lustro alla bella località sciistica e un importante impulso al movimento turistico invernale ma non solo.

Stella confermata anche a Ronzone all’Orso Grigio. La Val di Non deve molto Allo chef Christian Bertol che ha saputo farsi promotore delle grandi ricchezze gastronomiche della valle con una cucina attenta e non priva di slanci creativi. Anche a Moena viene confermata la stella gloriosa del ristorante Malga Panna certamente uno dei più bei ristoranti trentini. Infine segnaliamo anche la stella dello Scrigno del Duomo sebbene il futuro dello storico locale trentino specie nella sua versione gourmet rimane ancora incerto. Vedremo.

Intanto il trentino si gode una nuova generazione di giovani chef che rappresentano il futuro ma anche il felice presente della ristorazione trentina.

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