Per il dopo-Zobele c’è solo Manzana 

Ultimi giorni per il lavoro dei tre saggi. In campo (per ora) soltanto il nome del patron di Gpi. Forti pressioni su Delladio


di Luca Petermaier


TRENTO. Il 22 gennaio si riunirà il Consiglio generale di Confindustria, chiamato a scegliere il candidato da sottoporre all’assemblea del prossimo 12 febbraio in cui verrà eletto il nuovo presidente di Confindustria che subentra a Enrico Zobele. Sgombrando il campo da ogni possibile equivoco, quest’ultimo ha già fatto sapere di non essere intenzionato ad accettare un nuovo mandato.

Le consultazioni dei tre saggi scelti da Confindustria per individuare i nomi dei possibili candidati – iniziate nei mesi scorsi - sono giunte ormai ad una fase avanzata. Il tempo sta per scadere (manca una settimana al termine) e al momento i nomi in campo sono pochi. Anzi, ce n’è uno solo ed è quello di Fausto Manzana, presidente e amministratore delegato di Gpi, il colosso trentino (quasi 4 mila dipendenti) leader italiano nel mercato dei software sanitari e del Sociale (sono suoi i maggiori Cup italiani, tra cui quello trentino per capirci). Il riserbo interno è massimo, ma Manzana, nelle scorse settimane, avrebbe fatto pervenire ai tre saggi la propria disponibilità a scendere in campo, raccogliendo le sollecitazioni di un gruppo di altri colleghi che gli avrebbero chiesto un impegno in prima persona. Una sfida interessante anche per lo stesso Manzana, che finora non ha mai ricoperto ruoli dentro l’associazione, un luogo che – come confermano alcune fonti – non ha nemmeno mai frequentato con grande assiduità.

Un nome del tutto nuovo, insomma, certamente autorevole ma che rappresenta un’incognita per i futuri assetti dell’associazione di categoria. Ed è anche per questo che i tre saggi (Paolo Mazzalai, Giordano Tamanini e Lorenzo Delladio) hanno intensificato in questi giorni i colloqui con la base per capire se siano possibili “cordate” alternative a Manzana. Il ruolo dei saggi è, infatti, quello di ricevere gli associati che si prenotano e raccogliere le loro richieste sul profilo che il futuro presidente dovrebbe avere: il settore di provenienza, l’età, lo “stile” (di continuità piuttosto che di rottura). Insomma, debbono veicolare l’umore della base.

Caratteristica del loro lavoro, inoltre, è anche quella di capire se uno specifico imprenditore (che non ha manifestato la propria disponibilità diretta) possa comunque essere sondato e infine convinto a candidarsi qualora il suo nome venga invocato da più di un associato. Ed è proprio quello che sarebbe capitato a Lorenzo Delladio, patron de La Sportiva, che si è trovato nello scomodo ruolo di saggio e, al contempo, imprenditore indicato da una vasta corrente di imprenditori. Per Statuto interno, tuttavia, nessuno dei saggi può anche essere indicato come “papabile” e dunque la (ipotetica) candidatura Delladio è tramontata ancora prima di nascere anche se fonti ben informate di Confindustria assicurano (anche a mo’ di provocazione) che se l’imprenditore fiemmese avesse dato la propria disponibilità, un modo per farlo candidare lo si sarebbe trovato.

Da qui a fine settimana sono comunque ancora possibili sorprese. Il lavoro dei saggi entra in una fase delicata, dalla quale uscirà il (o i) nomi dei candidati che poi verranno sottoposti il 22 gennaio al Consiglio Generale chiamato a votare il presidente in pectore che all’assemblea del 12 febbraio si presenterà per il voto all’Assemblea.













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