AGRICOLTURA

Natalia, dalla moda all’amore per la terra 

Kolpak, giovane di origine polacca, lavora insieme alla madre nell’azienda di famiglia: «Mi sono avvicinata all’agricoltura per caso, ma è stato un colpo di fulmine»


Carlo Bridi


Trento. Natalia Kolpak è una giovane donna di origine polacca che, avvicinatasi quasi per caso all’attività di famiglia dopo aver fatto le scuole professionali al Centro moda Canossa, ha scelto di fare l’imprenditrice agricola, con grinta e determinazione che nascono dal grande amore per la coltivazione dei campi e per la vendita diretta dei propri prodotti. Si tratta di una giovane di 26 anni, che da quasi tre anni è collaboratrice nell’azienda condotta dalla madre, ma che a breve diventerà titolare. L’azienda ha sede nel comune di Terre d’Adige, nel paese di Zambana. Con parte dell’azienda però nel comune di Caldes in Val di Sole. Ed è proprio sulla strada nazionale a Caldes che la sua famiglia da anni ha piantato un chiosco dove da maggio a novembre riesce a vendere tutte le sue produzioni dalle ciliegie, alle prugne dalle mele ai piccoli frutti alle patate.

L’azienda ha una superficie complessiva di quasi tre ettari coltivata in prevalenza a frutteto mele Gala e prugne, oltre alle patate coltivate a Caldes. Ma per completare la gamma dei prodotti venduti al chiosco acquista da altri contadini: fragole, more, ribes, mirtilli, ciliegie, tutti prodotti che vende da giugno a novembre e qualche volta fino a dicembre per collocare tutte le sue mele. «In questo modo - puntualizza Natalia - riusciamo a saltare tutti i passaggi vendendo i nostri prodotti a km zero. Siamo molto soddisfatti delle vendite nel chiosco al punto che che nei miei progetti c’è anche quello di ampliarlo perché ora è un po’ piccolo. Certo, è un sacrifico perché sei impegnata sette giorni su sette, con il caldo e con il freddo e la pioggia, ma le cose girano bene per questo si affrontano anche i sacrifici».

Alla domanda del perché la scelta netta la risposta: «Mi ero avvicinata all’agricoltura per dare una mano a mamma e papà, e poi mi sono innamorata del lavoro in campagna, è un lavoro faticoso, ma a me la fatica piace. Inoltre - continua - avendo io un bambino piccolo che devo accudire da sola, il lavoro agricolo mi permette di ritagliarmi il tempo anche per seguire il mio bambino che ora ha più di 5 anni e che per me è la cosa più importante del mondo».

«Come detto - prosegue Natalia - dopo un approccio parziale visto che il lavoro mi piaceva molto, tre anni fa ho deciso di dedicarmi a tempo pieno all’attività agricola, perché ho capito che quella poteva essere la professione della mia vita. Considerato però che la mia formazione riguardava la moda e non l’agricoltura ho chiesto di frequentare il corso per il conseguimento del brevetto professionale agricolo organizzato dalla Fondazione Mach. Un corso molto interessante che dopo due anni ho finito. Precisa però forse sono una delle poche persone che si sono iscritte senza sapere che a questo era legato anche la possibilità dell’ottenimento del premio d’insediamento. Il corso è stato molto interessante e gli insegnanti bravi, di conseguenza mi è piaciuto moltissimo. Quando sarò in possesso del brevetto che riceverò a breve, mi attiverò anche per fare la domanda del premio d’insediamento».

Nei progetti futuri dell’azienda Natalia vede un modesto ampliamento della superficie e l’introduzione- a Zambana- degli sparagi «che poi andremo a vendere nel nostro chiosco in Valle di Sole. Ma c’è bisogno anche di cambiare il trattore e di acquistare altre attrezzature agricole. Certo - precisa Natalia - nell’azienda vedo un bel futuro perché anche mio fratello che ora ha 24 anni è orientato ad entrare in azienda per ora ci dà una mano ed è molto bravo».

Alla domanda se dopo tre anni di impegno in azienda con le molte attività che comporta è pentita della scelta, la risposta è assolutamente...no! «È la scelta della mia vita, chi non ama l’attività agricola vuol dire che non ne capisce il significato fino in fondo di quanto sia bello lavorare i campi».

Un discorso così lo può fare solo chi è veramente innamorato della propria professione. Ma Natalia ha anche un sogno nel cassetto, quello che suo figlio cresca bene, diventi una brava persona, e poi, se vorrà, potrà scegliere l’attività agricola. «Per ora è molto bravo ad aiutarci in tanti piccoli lavori nei campi». Fra accudire il bambino e il lavoro in azienda non c’è tempo per gli impegni nel sociale, ha solo mantenuto il suo hobby, quello di fare palestra praticando anche lo yoga. E gli amici cosa dicono della sua scelta così lontana dal corso di studi? «Che ho fatto bene perché ho scelto il lavoro che mi piace e mi dà soddisfazione. In paese vi sono anche altri giovani che svolgono l’attività agricola conclude Natalia, e con loro mi piace collaborare. Ad esempio nel periodo di raccolta degli asparagi do loro una mano che mi restituiscono in raccolta con lo scambio di mano d’opera».

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