Mirnagreen, lo spin off biomedicale di S.Michele

Pubblico e privato insieme per valorizzare i risultati brevettati di una ricerca sull’efficacia antinfiammatoria e immunitaria esercitata dai microRna vegetali


di Carlo Bridi


TRENTO. Presentato ieri dal presidente della Fem Andrea Segrè, «Mirnagreen», la prima spin-off istituzionale costituita alla Fondazione e nata con lo scopo di valorizzare i risultati (brevettati) di una promettente ricerca messa a punto da San Michele sull’uso per finalità biomedicali-nutraceutiche e terapeutiche di una nuova classe di composti naturali ottenuti dalle piante. «Questa solo la prima - ha affermato Segrè - alla quale seguiranno altre». Ed ha preseguito: «questi risultati testimoniano ancora una volta l’alta qualità della ricerca svolta a San Michele, delineando nuovi ed interessanti scenari del rapporto fra salute e alimentazione».

La nuova spin-off punta allo sfruttamento industriale dei risultati di una ricerca messa a punto sulla base di precedenti ricerche fatte in Cina, dal Centro di ricerca e innovazione di San Michele, sull’efficacia antiinfiammatoria e di protezione del sistema immunitario esercitata dai microRna vegetali, una classe di composti naturali presenti nella frutta e nella verdura. «In virtù del meccanismo di azione di questi composti naturali è possibile ipotizzare lo sviluppo di prodotti nutraceutici e terapeutici dotati di maggiori specificità e meno effetti collaterali rispetto a quelli attualmente disponibili» ha affermato Roberto Viola, a capo del gruppo di ricerca in Fondazione Mach sui microRna, e co-fondatore di Mirnagreen assieme all’acceleratore trentino di imprese Industrio Ventures presente alla conferenza stampa con il presidente Alfredo Maglione e con l’ad di Mirnagreen Jari Ognibeni. Assieme a Viola del gruppo di inventori fanno parte anche Duccio Cavalieri, Azeddine Si-Ammour e Lisa Rizzetto. «Nessuno prima d’ora aveva trovato i microRna dentro le piante, e le nostre scoperte sono andate molto oltre quelle che avevano fatto i cinesi» è stato spiegato.

Una cosa è certa questi risultati della ricerca dimostrano in maniera scientifica quei dati che erano già noti ossia l’importanza di mangiare cinque razioni di frutta e verdura al giorno. «Si tratta di sostanze - ha preseguito Viola - che potranno essere estratti dai prodotti orto-frutticoli senza eccessivi costi per cui potranno essere diffusi anche nei paesi impoveriti con grandi benefici per quelle popolazioni».

«La sfida è molto grande - ha affermato Ognibeni - ma è un fatto molto importante che ricerca pubblica ed imprenditori privati si siano messi assieme per sviluppare sul piano industriale la produzione di microRna, è prevedibile che nello stabilimento che sarà realizzato in Trentino da un gruppo di imprenditori che puntano sulle novità portate dalla scoperta investendo i2.500.000 euro per far partire il primo impianto pilota. È previsto che già dal primo anno saranno necessari non meno di 200 mila quintali frutta e ortaggi del Trentino, e più questi prodotti saranno ottenuti con tecniche sostenibili e più potranno essere apprezzati. Ovvio - ha affermato che se saranno ottenuti con prodotti biologici, il mercato degli Stati Uniti (che è il più grande mercato per i prodotti biologici del mondo) li accoglierà molto meglio».

«Certamente - ha sottolineato il direttore generale della Fem Sergio Menapace - noi puntiamo ad avere il massimo ritorno possibile sul territorio, ma anche sul piano economico nel medio e lungo termine, con il rientro non solo dei costi sostenuti per la ricerca e la brevettazione dei risultati ma anche di finanziare nuove attività di ricerca.













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