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Lutterotti fatto fuori da giochi interni

TRENTO. Dietro il siluramento di Bruno Lutterotti ai vertici di Cavit non c’è solo un contrasto sulle strategie future, con Lutterotti che spinge per il biologico e Libera che invece vuol concedere a...



TRENTO. Dietro il siluramento di Bruno Lutterotti ai vertici di Cavit non c’è solo un contrasto sulle strategie future, con Lutterotti che spinge per il biologico e Libera che invece vuol concedere a ciascuna cantina di poter decidere con i propri tempi come e se passare al biologico. Ma la defentrazione di Lutterotti è dovuta anche a giochi di potere che si sono innescati con l’elezione di Marina Mattarei alla presidenza della Cooperazione e dello stesso Lutterotti a vicepresidente vicario. Sembra che Melinda volesse da tempo quella poltrona per Michele Odorizzi, che pure siede nel cda della Federazione. Da tempo il potente consorzio ambiva a quella carica. E questa volta sembrava il momento giusto. Poi, però, le varie alchimie hanno portato Lutterotti alla vicepresidenza. E questo ha scatenato all’interno della cooperazione una serie di sordi rancori, una specie di effetto domino, che hanno contribuito alla caduta del presidente dopo appena tre anni di mandato. Da notare che un mandato così breve non è usuale per Cavit dove i presidenti sono stati sempre, o quasi, confermati. E dire che Cavit aveva chiuso l’anno fiscale con risultati ottimi. Il fatturato ha raggiunto i 190,5 milioni di euro, con un aumento del 4,4% rispetto all’esercizio precedente (+7,9 milioni di euro).

In particolare, si registra una crescita delle vendite sul mercato nazionale (+14%), che oggi rappresenta il 21,8% del fatturato.

«La crescita rilevante della quota sul mercato interno e la buona tenuta delle esportazioni hanno consentito anche nell’ultimo esercizio di aumentare il valore dei conferimenti dei nostri soci e allo stesso tempo di consolidare una posizione finanziaria in ottima salute, tale da consentire ulteriori obiettivi di investimenti ed eventuali acquisizioni», ha osservato il direttore generale di Cavit, Enrico Zanoni. Il bilancio conferma l’ottimo andamento del settore della spumantistica, sia a metodo Charmat che Trentodoc, con l’eccellente performance di Altemasi Trentodoc (+38,5% rispetto all’anno precedente).













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