La passione per le capre vince sull’hotel di famiglia 

Giovani protagonisti. Davide Tiboni, 23enne di Bezzecca, si occupa dei suoi animali   investendo sull’alta genealogia. Il sogno? «Un agriturismo per valorizzare i miei prodotti»


Carlo Bridi


Bezzecca. Per il pranzo di Pasqua è tradizione che si porti in tavola il capretto con gli asparagi. Ebbene, in Trentino, è possibile acquistare sia il capretto che gli asparagi di sicura origine trentina. Lo spaccio della Federazione Allevatori in questi giorni ha venduto 350 capretti, mentre altri 100 li ha dati ad un grosso venditore che acquista solo capretti di provenienza trentina, precisa il responsabile commerciale Stancher. Vengono dagli allevamenti della Valsugana, della valle di Ledro e della val di Fiemme. Gli asparagi invece dai Zambana e Nave San Rocco, anche se fino ad un paio di giorni fa la produzione andava molto a rilento (circa la metà del raccolto quotidiano normale) a causa del freddo. Con l’aumento della temperatura è aumentata anche la produzione.

Per la nostra storia settimanale abbiamo raggiunto uno degli allevatori di capre che forniscono lo spaccio della Federazione, Davide Tiboni, di Bezzecca. «Attività questa - precisa - poco redditizia perché produrre un capretto ha dei costi vivi che superano il 60 euro fra alimentazione e costi energetici, mentre il mercato non paga mediamente più di 65 euro. Qualcosa di più ha realizzato dai capretti venduti direttamente in stalla ai consumatori finali».

Il giovane Tiboni, suo malgrado è stato protagonista di una vicenda giudiziaria che vedeva un gruppo di persone che voleva impedirgli di farsi una stalla razionale coronando cosi il sogno di un giovane che da anni sta lottando per realizzare. Il capannone che ospiterà la stalla è in fase di costruzione e verso settembre sarà pronto. «Ora però - prosegue Davide, appena 23 anni ma con una grinta eccezionale - siamo nelle mani della Provincia visti gli alti costi della stalla. Ancora una volta la storia di questo giovane ha dell’eccezionale: poteva infatti seguire l’attività famigliare nella gestione di un albergo, ma lui fin da bambino si è appassionato all’allevamento delle capre, scegliendo la scuola di San Michele, ed impegnandosi subito dopo nell’allevamento. «Papà aveva un piccolo allevamento da part-time ma io - spiega - ho voluto combattendo ad ogni livello, per avviare un’attività professionale fin dal 2015, precisa. Certo - constata amaramente - ho dovuto spendere tanti soldi per niente, ma per fortuna ho la mia famiglia che dopo aver accettato un po’ a malincuore la mia scelta, mi sostiene molto convintamente».

Tiboni, non intende fermarsi, appena avrà ammortizzato abbastanza la stalla punta alla realizzazione di un agriturismo per una migliore valorizzazione dei suoi prodotti. «In tutte le mie attività - ci confida - sono assistito dai tecnici Fem, ma per quanto riguarda l’alimentazione mi sono avvalso di un esperto di settore, con il quale abbiamo studiato una razione alimentare che punti alla valorizzazione dei miei foraggi in quanto oltre l’80% dell’alimentazione è fatta con prodotti dei nostri prati di montagna. Di conseguenza anche il latte della mandria di 65 capre in lattazione che conferisco alla Latte Trento è di alta qualità, ed anche la remunerazione è soddisfacente, pur avendo chiaramente presente che la produzione delle capre di razza Camosciata delle Alpi, ha una produzione media di 3 kg al giorno. Mediamente il prezzo è fra i 0,85 e 0,90 euro al kg».

Chiediamo a questo punto se dopo tutte le traversie passate e che spera siano finite ( ma non è detto perché vi sono ancora ricorsi aperti) si è pentito della scelta. «Assolutamente no - è la risposta e ammette che è stata molto dura - ma ora stanno arrivando delle soddisfazione grazie all’investimento costante su capre ad alta genealogia. Ogni anno, faccio la fecondazione artificiale di una quindicina di capi con seme di alta genealogia, in modo da ampliare l’allevamento solo con capi di alta qualità».

E il biologico? «Nella stalla nuova ho previsto le caratteristiche richieste per gli allevamenti biologici, ma il discorso è molto complicato perché comporta dei costi di produzione molto maggiori ed a quel punto la remunerazione è insufficiente per pagare i costi di produzione». Tiboni è l’unico allevatore sotto i 30 anni di Bezzecca.















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