Itas, svolta Di Benedetto: holding e sinergie con le cooperative

Eletti i vertici della compagnia: Guido Conci vicepresidente. Fabrizio Lorenz delegato alla parte finanziaria


di Roberto Colletti


TRENTO. «La mia non sarà una presidenza né solitaria, né istituzionale. Guiderò un gruppo di personalità di elevate qualità e competenze professionali. Lo richiedono le direttive europee, ma soprattutto lo esige la compagnia. Qui serve un colpo d'ala: ne ha bisogno l'Itas e tutto il Trentino...». Il nuovo corso inizia così, con tutta l'energia che Giovanni Di Benedetto, pochi minuti dopo l'elezione al vertice del gruppo assicurativo, concentra nella presentazione della squadra sulla cui formazione ha lavorato da tempo. Nessuna sorpresa per i nomi, tutti noti e sperimentati. La novità sta nei ruoli loro assegnanti e nell'impegno a far funzionare il consiglio d'amministrazione come vero motore del gruppo. Con l'invenzione, questo sì un piccolo colpo di teatro, di una terza vice presidenza, affidata a Guido Conci “gentiluomo e rappresentante della cooperazione”, con ciò dando una risposta secca a chi paventava l'annacquamento territoriale del consiglio da parte del “friulano” De Benedetto. “Fantasie” ha buttato lì “dopo 47 anni di Itas sono anzitutto uomo della compagnia e perlomeno trentino d'adozione. Quanto al gruppo, è nato a Trento e qui resterà la sede, incastonata nella roccia. E' l'impegno formale di questo consiglio che s'aggiunge al lascito spirituale del compianto Edo Benedetti perché Itas sia sempre autonoma ed indipendente.”

Un gruppo dirigente compatto, dunque, presieduto da Di Benedetto, con Guido Borrelli vice presidente vicario, i due vice presidenti Gerhard Gostner e Conci che rappresentano i soci dell'Alto Adige e del Trentino, Fabrizio Lorenz consigliere delegato alla parte finanziaria ed Ermanno Grassi nuovo direttore generale della Mutua, di Itas Vita e di Itas spa. Fanno parte del comitato esecutivo anche Marco Radice, Renato Gislimberti e Georg Pickel.

Riorganizzazione del gruppo e definizione del piano industriale 2012-2014 i due sostanziosi temi in agenda per i prossimi mesi. “Rifletteremo inoltre su come utilizzare proficuamente Itas Holding, società che sino ad oggi non ha svolto un ruolo di rilievo. E' solamente un'ipotesi, non c'è ancora nulla di definito, ma potrebbe divenire lo strumento per realizzare alleanze strategiche con altre società ed enti” ha anticipato il presidente “Potrebbe essere anche questo un importante tassello per la riorganizzazione della compagnia...” Se l'annuncio è comprensibilmente reticente, le implicazioni lasciano intravvedere un interessante cambio di passo. La holding potrebbe rendere più semplici le alleanze sino ad oggi realizzate attraverso la presenza nei consigli della compagnia di amministratori eletti dall'assembla dei delegati o indicati dai soci sovventori.

Passaggi macchinosi che dopo il decreto “salva Italia” sono incorsi in casi di incompatibilità. E' stato l'articolo 36 di quel provvedimento a costringere qualche settimana fa Paolo Marega e Franco Senesi a lasciare la presidenza ed il consiglio della Mutua. La strada della holding potrebbe riaprire, su basi nuove, la ricerca di sinergie tra Itas e mondo cooperativo, stavolta sulla base di specifici progetti industriali.

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