lavoro

Italcementi dimezzerà lo stabilimento di Sarche

Il gruppo annuncia l’intenzione di spegnere il forno della sede trentina. La rabbia di Zabbeni (Cgil): «Ci hanno preso in giro»



CALAVINO. Lo spegnimento definitivo del forno e la trasformazione dello stabilimento di Sarche in semplice centro di macinazione. Lo ha annunciato ieri Italcementi in un incontro nazionale con i sindacati in cui il gruppo ha anche proposto l'adozione della cassa integrazione straordinaria fino al 31 gennaio 2017 per la chiusura di Monselice e Scafa (mentre Salerno e Castrovillari diventeranno anch’essi centri di macinazione).

Una pessima notizia per i 50 lavoratori di Sarche, attualmente in trattamento di cassa integrazione a rotazione. Pessima e inattesa, viste le rassicurazioni date a più riprese dall’azienda, accusa Maurizio Zabbeni della Cgil. «È vero che alle Sarche il forno era fermo, ma negli ultimi due incontri c'è sempre stata data la massima rassicurazione che non c'era nessuna volontà di ridimensionare Calavino. Quello che leggiamo nella nota diramata oggi ci lascia senza parole. Domani mattina (oggi, ndr) cercherò di fare gli approfondimenti del caso per capire se sia una cosa reale o un modo per gestire per un paio d'anni una situazione difficile di mercato».

Quella configurata per Sarche è una parziale cessazione. «Significa addio al forno, già spento perché è in corso una cassa integrazione straordinaria, ma per crisi aziendale, non per chiusura. Ciò vorrebbe dire ridurre il personale a 22 -25 i dipendenti, cosa di cui non era stato dato nessun segnale, anzi solo rassicurazioni in senso contrario». Zabbeni ha intenzione di muoversi subito: «Chiederemo un incontro immediatamente con la direzione aziendale, a Bergamo e poi sentiremo i lavoratori. Se si ipotizzasse veramente un dimezzamento decideremo come reagire, perché vorrebbe dire che ci hanno preso per i fondelli in tutti questi mesi».

Nell’incontro presso Federmaco (Confindustria), nell'ambito della vertenza su Italcementi, il gruppo ha annunciato ai sindacati 1.080 ricorsi a cassa integrazione su un totale di 2.700 dipendenti in Italia. Lo ha reso noto il segretario generale della Filca-Cisl di Bergamo Danilo Mazzola, che ha partecipato al vertice. Dopo aver espresso «stupore e apprensione», Mazzola ha affermato che «il percorso formulato oggi dall'azienda ha un impatto occupazionale che non può essere accettato o condiviso». Nei mesi scorsi si erano intensificati i timori di Cgil, Cisl e Uil per la mancanza di garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali in seguito alla cessione da parte di Italcementi del 45% del gruppo ai tedeschi di Heidelberg. La notizia di ieri ha dimostrato che erano timori fondati.(l.m.)













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