Il Trentodoc di Marco Ress: «Io punto all’eccellenza» 

Storie di agricoltura. Dall’Australia al Cile, dall’Argentina fino all’esperienza in Francia Corta per poi tornare a San Michele: «Dal 2013 cerco di produrre uno spumante genuino, che si ispira al territorio e in ricordo dei miei avi»


Carlo Bridi


Trento. Conclusa la seconda serie dei “Giovani protagonisti” con la 200ma intervista (la serie ora diventerà un libro) ci accingiamo ad una nuova serie di racconti in tema di agricoltura.

La storia che oggi ci accingiamo a raccontare in questo momento di festa nel quale le bollicine del Trentodoc la fanno da padrone, è proprio quella di un giovane che partendo dalla laurea in Vitienologia conseguita alla Fondazione Mach, prima di ritornare al paese natio, proprio quel San Michele all’Adige dove ha sede l’Istituto Agrario, ha girato mezzo mondo enologico dall’Australia al Cile all’Argentina per poi completare la sua formazione professionale come enologo specializzato nelle bollicine, nella zona di Montepulciano, del Barolo per finire in Francia Corta nell’azienda di uno dei competitor del nostro Trentodoc: l’azienda Costaripa di Mattia Vezzola enologo dell’azienda Bellavista, una delle più famose in Italia per la produzione di metodo classico dove ha lavorato 7 anni, ed ha appreso i segreti che hanno portato questo distretto spumantistico ad un’autentica esplosione di produzione.

Il dato che ci fornisce questo esperto della zona è di 19 milioni di bottiglie, quasi il doppio di quelle trentine. Parliamo di Marco Ress, di San Michele che fino al 2013 ha operato fuori provincia come consulente. In quell’anno c’è stata l’improvvisa morte della mamma e la conseguente decisione di tornare nell’azienda famigliare dove assieme a papà Luigi e fratello Franco ha sviluppato un’azienda vitivinicola di prim’ordine collocata in larga parte sulle vocate colline di San Michele, dove producono le uve Chardonnay e Pinot Nero, tutte usate come base spumante.

«Fin da subito - afferma Ress - abbiamo puntato a coprire l’intera filiera produttiva, che va dalla produzione dell’uva all’affinamento del base spumante, all’imbottigliamento, all’etichettatura alla vendita tramite una rete di distributori collocati ne Centro-Nord Italia oltre che in Trentino. Produciamo tre tipi di Trentodoc: un Brut, un Brut rosè, una riserva Maria Rosa in ricordo di mamma e una riserva Emilio in ricordo di uno zio. Per ora, siamo a 10.000 bottiglie, ma il nostro obiettivo è quello di arrivare a 20.000». Il segmento nel quale si collocano i Brut Ress è molto alto, il prezzo medio di vendita si attesta sui 20 euro, in base alla tipologia.

La cantina di affinamento è collocata in un ex rifugio della seconda guerra mondiale, scavato sotto la roccia in modo tale che la temperatura si conservi costante tutto l’anno. «Questo favorisce un ottimo affinamento, che fa parte del nostro progetto che è quello di puntare ad una qualità sempre più alta. Questo lo otteniamo curando in modo maniacale tutti i passaggi della produzione: dalla vigna alle varie fasi della lavorazione, dalla sboccatura all’invecchiamento. Ma non solo, anche nella difesa fitosanitaria la nostra cultura di contadini che hanno un grande rispetto della terra, ci ha portati a fare una difesa che è molto soft, grazie ad un costante controllo dello sviluppo della vite durante la fase più delicata dello sviluppo. Una difesa che è meno impattante di certi calendari di difesa del prodotto biologico, precisa il dottore in viti-enologia. Ma abbiamo ancora un sogno da realizzare: quello di dare al nostro prodotto un’immagine di alta qualità anche in ricordo dei nostri cari ai quali abbiamo voluto dedicare il nome delle nostre riserve».

La scelta fatta quasi per necessità, di abbandonare la Francia Corta, non gli ha creato rimpianti anche perché - tornando in Trentino - ha potuto sviluppare ulteriormente la sua grande professionalità acquisita, con un’attività di consulenza che sta ancora fornendo a diverse case spumantistiche locali. Ma Ress è impegnato anche nel sociale, come membro attivo della Pro Loco, mentre il papà è consigliere comunale ed il fratello è presidente della sezione cacciatori di San Michele. Ma non ha mai disdegnato lo sport del calcio in particolare, oltre che le grandi passeggiate con il suo cane.

Marco Ress convive con Lucia che un mese fa gli ha dato una splendida bambina, Silvia.

Ma visti i 7 anni trascorsi come consulente in Francia Corta non si poteva non fare a Ress la domanda che molti si pongono: perché questo distretto produttivo ha avuto questa grande esplosione produttiva? La risposta di Ress è precisa: «Qui siamo in presenza di un investimento fatto da industriali, con Milano vicina come grande vetrina a disposizione, ma certo che dal punto di vista della qualità il Trentino ha potenzialità che non sono confrontabili».













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