Iccrea, sì al cambio di Statuto Si tratta per l’accordo con Ccb 

Azioni contese, Cassa Centrale Banca non partecipa all’assemblea. Ora 60 giorni  per impugnare la delibera. Ma sotto traccia i due Gruppi cercano l’intesa 


di Luca Petermaier


TRENTO. Tutto come da copione. Lo scontro sulle azioni Iccrea detenute da Ccb (valore circa 240 milioni di euro) rimane ancora sotto traccia e nel giorno (ieri) in cui il nuovo Gruppo di credito cooperativo romano vota in assemblea la modifica dello Statuto per diventare Capogruppo del costituendo «Gruppo bancario Cooperativo Iccrea», i trentini di Ccb evitano il voto contrario nel tentativo non esacerbare gli animi.

La scelta per il presidente Fracalossi, l’ad Sartori e i rappresentanti delle Bcc era se partecipare e votare contro il cambio di Statuto (che limita il diritto di recesso di Ccb) oppure non presentarsi e (dunque) non votare. È stata scelta questa seconda via, a quanto pare anche su sollecitazione di Bankitalia che si è sempre detta contraria alla contrapposizione tra i due nuovi Gruppi di credito cooperativo.

Oltre alle modifiche di Statuto, Iccrea firmerà nelle prossime ore il contratto di coesione con le Bcc aderenti che hanno già approvato le modifiche statutarie - come ha spiegato in una nota Leonardo Rubattu, direttore generale di Iccrea Banca. «Puntiamo a rispettare i tempi che ci siamo prefissati e ricevere l’autorizzazione a partire entro fine mese» - ha aggiunto.

Il nuovo gruppo Iccrea sarà il quarto a livello nazionale per attivi, con circa 148 miliardi di euro, e il terzo per numero di sportelli, con circa 2.650 filiali presenti in oltre 1.700 comuni.

L’assemblea di Iccrea Banca ha inoltre deliberato ieri all’unanimità, un nuovo aumento di 250 milioni di euro che porterà il patrimonio netto a quasi 2 miliardi di euro.

Il costituendo Gruppo bancario Cooperativo Iccrea sarà il quarto gruppo bancario nazionale per attivi, con circa 148 miliardi di euro, e il terzo per numero di sportelli, con circa 2.650 filiali presenti in oltre 1.700 comuni. Il Gruppo, insieme alle Bcc aderenti, avrà complessivamente 4,2 milioni di clienti, di cui 750 mila soci.

Che succederà adesso? Ccb mantiene inalterate le proprie possibilità di manovra vista che la legge concede 60 giorni di tempo per impugnare la delibera assembleare di Iccrea. In via Segantini stanno studiando le carte con l’obiettivo di non farsi cogliere impreparati. Da sciogliere ci sono ancora diversi nodi che legano le due società (come la società informatica e le varie società operative) ma la sensazione è che ci sia ancora margine per una trattativa.

Secondo quanto riportato da fonti giornalistiche, martedì scorso una missiva è stata inviata da Ccb a Iccrea e a Banca d’Italia. Nella lettera si rivela che la banca romana ha risposto lo scorso 2 gennaio alla proposta di accordo che la capogruppo trentina aveva mandato a fine anno, chiedendo alla concorrente capitolina di firmare prima dell’assemblea, convocata il 10 gennaio per la trasformazione in capogruppo, un’intesa con la quale le due holding si sarebbero dovute impegnare a far acquistare alle bcc aderenti a Iccrea il capitale posseduto dalle banche dell’altro gruppo.

Nella missiva c’è una sostanziale presa d’atto di Cassa Centrale Banca "della disponibilità (di Iccrea, ndr) all’apertura di un tavolo negoziale diretto alla gestione delle azioni della vostra società".













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