Filippo, da meccanico a contadino biologico 

Storie di agricoltura. Piffer, 23 anni, ha ottenuto il mese scorso il premio di insediamento per acquistare i terreni alle Novaline: «Qualità del prodotto e viticoltura sostenibile»


Carlo Bridi


Novaline di mattarello. La storia che andiamo a raccontare oggi è il classico spaccato di un giovane determinato, sensibile all’ambiente ed alla qualità più che alla quantità, che trova un po’ di resistenza in famiglia nel portare avanti queste sue idee innovative di una viticoltura sempre più green (non a caso ha scelto la conversione dell’azienda da convenzionale a biologica), tutti aspetti che sono sicuramente di alto valore sociale oltre ambientale. Parliamo di Filippo Piffer, 23 anni, che dopo aver conseguito il diploma di autoriparatore non ha avuto dubbi sul fatto che la sua professione non sarebbe stata quella del meccanico ma del viticoltore.

La scelta per passione in quanto fin da bambino era sempre in campagna e anche da studente il suo tempo libero lo passava nei campi. E’ il classico figlio d’arte ma anche il nonno era uno dei leader della meccanizzazione in agricoltura a Mattarello fin dagli anni ’50 del secolo scorso. Cosciente che per svolgere l’attività agricola è necessaria anche una buona base teorica ha frequentato con grande interesse il corso biennale delle 600 ore organizzato dalla Fondazione Mach, un corso - afferma -che mi è stato molto utile particolarmente per gli aspetti burocratici che ricadono su un’azienda agricola.

Ha chiesto e ottenuto il premio d’insediamento ed ha incassato il saldo il mese scorso, fondi che gli sono serviti per acquistare dei terreni agricoli in quanto l’azienda di 6.5 ettari è prevalentemente basata sui terreni in affitto. L’azienda è tutta viticola, queste le principali varietà coltivate: Merlot, Chardonnay, Moscato Giallo, Pinot Nero e un po’ di Schiava.

Ha da subito avviato l’attività agricola come titolare d’azienda, un ruolo che pur essendo molto giovane gli ha permesso di assumere subito un ruolo di responsabilità in azienda ma anche di pensare a progetti per il futuro. Progetti, che a 23 anni sono molti e tutti si muovono con un preciso obiettivo: puntare al massimo della qualità intesa anche come sostenibilità. “Io - spiega - voglio bene alle mie vigne e non punto certo sulla quantità della produzione ma sulla qualità e se non c’è un po’ d’amore per la terra e la vigna il nostro lavoro mi parrebbe vuoto senza un obiettivo nobile. Certo, anche i sogni nel cassetto sono molti, ma al centro c’è quello di una professionalità sempre migliore su tutti i fronti per migliorare la mia qualità della vita, ma anche quella delle mie viti”.

Alla domanda se dopo cinque anni è pentito della scelta che lo lega molto al lavoro dandogli pochi spazi per gli svaghi, Filippo non ha dubbi nel rispondere: “Assolutamente no, certo è una professione molto impegnativa ma dà anche tante belle soddisfazioni.”

Quasi scontata la risposta classica del rapporto di Piffer con l’ambiente: “La mia attenzione nei confronti dell’ambiente è da sempre molto forte e rivolta a tutte le scelte che possono portare ad una viticoltura sempre più sostenibile. Con queste premesse anche il passaggio da azienda convenzionale dove si praticava l’agricoltura integrata al metodo della conduzione biologica è stato la conseguenza logica. “Sono al terzo anno di conversione - precisa Filippo - e con il prossimo anno la mia azienda sarà certificata biologica, compresa la parte dell’azienda che conduco in affitto. Certo, non si può negare che ci sono stati dei problemi tecnici da risolvere, ma io sono fiducioso che quella della viticoltura biologica sia la strada giusta. Credo che anche le perplessità espresse da mio papà si potranno superare con i risultati che io sono convinto potrò raggiungere”.

Il suo impegno sul fronte della qualità si esprime anche nei rapporti con la Cantina di Trento alla quale conferisce l’uva: “Siamo impegnati in diversi progetti qualità della Cantina e l’uva ottenuta in base a questi progetti è retribuita in modo soddisfacente. Le uve Chardonnay che produciamo sulle colline delle Novaline prendono la strada delle Cantine Ferrari dove diventano base spumante”.

Come molti altri giovani che si stanno impegnando a fondo il tempo da dedicare al sociale non c’è e molto poco rimane anche per i molti hobby che Filippo coltiva: dalla bici l’estate allo sci d’inverno, al nuoto subacqueo. Poco anche il tempo per coltivare le amicizie, “comunque se incontrassi i miei colleghi di scuola certamente mi direbbero che ho fatto la scelta giusta perché fin da quando ero studente la coltivazione della vite mi è sempre piaciuta molto”, conclude il nostro giovane che ama la terra e le viti.















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