agricoltura

Ecco il frutteto sostenibile sperimentato a San Michele

Visita degli agricoltori a Mezzolombardo e Zambana. Presentati i vantaggi dell’allevamento in parete stretta e mostrate le mele resistenti alla ticchiolatura



TRENTO. Al modello di frutteto sostenibile in corso di sperimentazione alla Fondazione Edmund Mach è stato dedicato ieri un incontro tecnico a Mezzolombardo, nell’azienda agricola di Maso delle Part. I frutticoltori hanno avuto modo di conoscere e toccare con mano i vantaggi della forma di allevamento in parete stretta e delle reti multifunzionali. Si è trattato di una versione ridotta della tradizionali porte aperte dato che i campi sperimentali sono stati compromessi dalla grandinata del 24 giugno.

Nel pomeriggio appuntamento, invece, a Zambana, in zona Pasqualine, con la visita alla prova dimostrativa di varietà di melo resistenti alla ticchiolatura e condotta col metodo biologico, in collaborazione con l’Ufficio produzioni biologiche della Provincia e il Consorzio trentino di bonifica. «Oggi presentiamo ai frutticoltori una serie di sistemi innovativi che si propongo di migliorare la frutticoltura in un’ottica di sostenibilità. Questa è una delle sfide della Fondazione Mach: puntare a minimizzare gli impatti dell’agricoltura per salvaguardare la salute dell’uomo, dell’ambiente e delle sue risorse», ha spiegato il direttore generale, Mauro Fezzi, intervenuto con il dirigente del Centro trasferimento tecnologico, Michele Pontalti, e il responsabile dell’Unità frutteto sperimentale e frigo-conservazione, Livio Fadanelli. Due le tematiche dell’incontro: gli aspetti agrotecnici e gli aspetti di difesa, i primi gestiti da Alberto Dorigoni e Franco Micheli, i secondi e da Luisa Mattedi, Daniel Bondesan e Claudio Rizzi.

Ai frutticoltori è stato presentato un nuovo modello di frutteto con un sistema di allevamento particolare; in parete stretta, a più assi, con un’ altezza ridotta rispetto al classico “spindle”, gestibile senza scale e carri raccolta quindi con più sicurezza in campagna, e che richiede meno trattamenti chimici.

La forma di allevamento delle piante da frutto rappresenta uno snodo che condiziona l’agrotecnica e la difesa dai patogeni. Utilizzando la potatura verde e piante a più assi si ottiene un frutteto costituito da file strette e basse: si apre così un ventaglio di possibilità tecniche che vanno dalla meccanizzazione del diradamento e del diserbo, della potatura estiva ed invernale a finestre, fino all’uso degli atomizzatori scavallanti a ultra-bassa deriva e delle reti polifunzionali. L’eccezionale grandinata di quest’anno ne evidenzia tra l’altro l’efficacia protettiva.













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