Dai cartoni per i vini ai separatori anti-virus 

Covid-economy/3. L’esperienza di Omar Rota, titolare di due aziende a Borgo: «Con un po’ di fantasia ci siamo arrangiati e abbiamo aumentato gli utili. Ma dallo Stato poca trasparenza»


Jacopo Strapparava


Trento. «Un’intervista? Mi dà solo dieci minuti per un caffè?».

Dall’altro lato del telefono, Omar Rota, classe ‘68, ti investe subito in pieno con la sua cadenza brianzola e una buona dose di verve. «Sono nato a Monza» racconta. «Ho girato parecchio in vita mia, sia in Italia sia all’estero». Poi, come spesso accade nella vita, il lavoro e gli affetti si sono mischiati. «Il Trentino, al di là di essere la terra di mia moglie, mi ha permesso di trovare un’ottima occasione professionale».

Dal 2016 il signor Rota è amministratore di due aziende nella zona industriale di Borgo Valsugana: la Bertolin Imballaggi s.r.l e la Cartopack Packaging Solutions (la proprietà è la stessa, messe assieme fanno 12 milioni di fatturato e una cinquantina di dipendenti). «Produciamo imballaggi, astucci e espositori» spiega: sono per lo più scatole di cartone, pensate in particolare per le bottiglie di vino. «Abbiamo due linee di produzione, una destinata alla grande distribuzione, più da battaglia, e una più curata, per ristoranti, bar e alberghi». Il legame con le aziende vinicole è stato provvidenziale, a marzo 2020, quando la filiera alimentare, da un giorno all’altro, era rimasta l’unica a poter continuare la produzione. «All’inizio, rispetto alla maggior parte delle altre aziende, siamo stati addirittura un pelo in controtendenza. Ricorda? Si era diffuso il panico. La gente correva a comprare chili di pasta inutili, chili di farina inutili, e pure le vendite di vino sono aumentate…». E tuttavia era facile prevederlo: l’effetto scorta – chiamiamolo così - non sarebbe durato a lungo. «Già ad aprile si è schiantato tutto. Abbiamo perso più del 30% sia in termini di volumi sia in termini di fatturato».

È stato a quel punto che il signor Rota e i suoi collaboratori hanno pensato di cominciare a fare qualcosa di diverso. «Già prima della pandemia, per il contorno dei nostri espositori in cartone utilizzavamo parti in plexiglass, abbiamo visto un’opportunità da sfruttare».

L’operazione non è stata banale: nella scorsa primavera, quando si era capito come sarebbero andate le cose, il prezzo del plexiglass era schizzato alle stelle. A un certo punto il polimetilmetacrilato – questo il suo nome scientifico – è persino sparito dal mercato. «Noi siamo riusciti a riempire in tempo i nostri magazzini, e togliere i fogli di cartone dalle linee produttive per sostituirle con fogli di plexiglas non ci è costato niente». Così oltre alle classiche scatole per il vino, dai capannoni della Bertolin Imballaggi e della Cartopack sono cominciati a uscire i separatori trasparenti che ormai si trovano ovunque in bar, negozi, uffici, pasticcerie, banche e via dicendo. L’idea vincente? Proporre solo esclusivamente separatori personalizzati per ciascun cliente (c’è chi ha speso 100 euro e chi ne ha spesi 1500). «Per prendere le misure, realizzare il prodotto e distribuirlo al cliente impieghiamo dalle 48 alle 72 ore».

La sensazione, a sentir parlare il signor Rota, è che non tutto sia stato a rose e fiori. «I protocolli cambiavano di continuo, noi ai clienti abbiamo sempre detto: fatelo per voi, non per le norme». Tra chi ha voluto mettersi in regola, per fare un esempio, ci sono stati alcuni noleggiatori di sci, e non c’è bisogno di aggiungere altro. «C’è stata tanta confusione e tanto malcontento. Avevano garantito che gli investimenti sarebbero stati coperti dal 60% di credito di imposta, poi il contributo è stato abbassato al 15%» - commenta Rota, di colpo fattosi molto serio: «Sarebbe stato meglio dire fin da subito: non ci sono soldi, arrangiatevi. Così sa di presa in giro».

Per quel che lo riguarda, però, Rota non si può lamentare. «Abbiamo chiuso il 2020 con il 10% in meno di fatturato ma con un leggero miglioramento degli utili. Pur nelle difficoltà, l’anno ci ha insegnato molto. Siamo rimasti a galla. E abbiamo imparato un nuovo mestiere».













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