STORIE DI AGRICOLTORI

Cristian Malacarne, il filosofo che ha riscoperto i frutti perduti

Dalle scienze politiche alla creazione della “Casa della corniola”, azienda agricola di montagna nel Bleggio


di Carlo Bridi


BLEGGIO SUPERIORE. La storia di agricoltori che vi raccogliamo oggi è veramente interessante per due motivi: per la base culturale del nostro intervistato, una laurea in filosofia con specializzazione in scienze politiche, ma anche perché il giovane ha avuto l’intuizione di andare alla riscoperta dei frutti perduti: dalle corniole alle nespole al ribes nero, alla mela cotogna ecc. Parliamo di Cristian Malacarne, 34 anni di Larido, una delle piccole frazioni del Bleggio che una decina d’anni or sono ha iniziato per hobby la trasformazione dei prodotti della sua azienda, hobby che si è trasformato in una professione con risvolti anche economici di grande interesse: l’azienda agricola Sant’Antonio. Ma il filone che più colpisce e che si è dimostrato vincente, è quello della riscoperta e della valorizzazione di frutti di bosco vero, non solo di nome, come le corniole. Ebbene queste simpatiche bacche rosse dal sapore asprigno che crescono naturalmente lungo le strade soleggiate di mezza montagna sono diventate il simbolo della sua azienda che porta il nome di “Casa della corniola”.

Considerata la sua formazione filosofica, Malacarne ha frequentato il corso delle 600 ore organizzato dalla Fem: “Un corso – precisa – molto interessante ed utile per chi come me partiva con un’azienda ex novo. Anche il premio d’insediamento è servito per darmi una spinta nella fase di avvio”.

Con questi soldi – continua – “ho messo a dimora anche 400 piante di corniole che per ora mi danno una quindicina di quintali di prodotto ma che potranno arrivare a una cinquantina. Si tratta di un frutto ormai dimenticato tant’è che per fare l’impianto è stata molto dura trovare le piante”.

Ma l’azienda è molto varia: vengono coltivati lamponi che coprono un ettaro di terra e sono tutti coperti con telo antinsetto, fragole, more, uva spina, ribes rosso e nero, mirtillo, mele cotogne, mele e nespole.

Inizialmente tutti i prodotti venivano conferiti alla Sant’Orsola, ma nel 2017 Malacarne ha scelto di realizzare una microfiliera tenendo sotto controllo l’intero ciclo produttivo. “Non è stato facile: ci abbiamo messo qualche anno, ma poi siamo arrivati a trasformare tutti i nostri prodotti in confetture e salse, prodotti che vengono poi e confezionati, per ora presso terzi, ma in prospettiva è prevista la realizzazione di un laboratorio in azienda.”

A fianco a queste confetture Malacarne produce anche salse dolci – piccanti di frutta. Una a base di mele e cipolle rosse, una salsa dolce piccante di corniole, una di lamponi, una di more, una di ribes rosso, una di ribes nero una di mele e peperoni una di sedano rapa alla curcuma. Ma produce anche confetture di mele cotogne e nespole e di cipolle rosse e aceto balsamico.

Certo, ci vuole fantasia ma anche una forte sensibilità nel leggere i gusti dei consumatori, cosa che non manca certo a Malacarne. Ci incuriosisce però questa virata di un filosofo in campagna: “Per me – afferma – è stata quasi un caso, ma poi visto come si mettevano le cose è diventata una professione”. Ora è tutto preso sia nello sviluppo delle colture presenti in azienda, con l’attenzione del recupero di quelle che rischiavano di sparire, sia nella ricerca di nuove colture che possano arricchire ulteriormente la gamma.

Ma Cristian ha anche un sogno nel cassetto: “Io sono convinto – afferma – che con le modificazioni climatiche potremo coltivare molto bene la vite alla nostra latitudine e questo potrebbe diventare in futuro un nuovo filone sul quale concentrarmi. Io credo che una viticoltura di montagna come la nostra potrebbe essere interessante anche dal punto di vista economico. Non ha mai pensato al bio perché alcune colture non si prestano a questa scelta però l’uso della chimica di sintesi è ridottissimo: puntiamo al massimo di naturalità dei nostri prodotti”.

Nonostante il suo forte impegno in azienda, Malacarne è molto impegnato anche nel sociale: è dirigente del Calcio Bleggio, del tennis Bleggio e opera nell’associazione per la valorizzazione del paese di Rango. Cristian è sentimentalmente legato da un decennio con Chiara che lavora come maestra d’asilo.













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