Crac Etruria, 2000 parti civili. Anche Rigotti a processo

Trento. Praticamente tutte ammesse le parti civili al processo per il crac di banca Etruria: in totale sono oltre duemila, tra cui il Comune di Arezzo, che era stato escluso in sede di udienza...



Trento. Praticamente tutte ammesse le parti civili al processo per il crac di banca Etruria: in totale sono oltre duemila, tra cui il Comune di Arezzo, che era stato escluso in sede di udienza preliminare e la vedova di Luigino D'Angelo, il pensionato di Civitavecchia suicidatosi il 28 novembre 2015 dopo aver perduto i risparmi nell'azzeramento delle obbligazioni subordinate. Resta anche la richiesta del liquidatore Giuseppe Santoni. Questo l'esito dell'udienza del processo oggi ad Arezzo davanti al collegio presieduto dal giudice Gianni Fruganti.

Punto centrale dell'udienza di oggi era proprio l'ammissione delle parti civili che salgono, dopo le circa duecento nuove rispetto all'udienza preliminare, ad oltre duemila. Prossima udienza il 17 maggio. Il processo riguarda ex dirigenti coinvolti a vario titolo nella bancarotta, in alcuni casi fraudolenta in altri semplice, dell'istituto bancario aretino. Tra gli imputati figura anche l’imprenditore trentino Alberto Rigotti, che è stato nel cda dell’istituto dai primi anni duemila al 2009 e in questa veste è a processo.

Di recente lo stesso Rigotti, insieme agli altri imputati, è stato destinatario di un provvedimento di sequestro per oltre 44 milioni di euro chiesto dal commissario liquidatore dell’istituto di credito. Con 21 milioni, il manager trentino è in testa tra i destinatari delle richieste danni.













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