Coop, nuova bufera: lascia il presidente dei giovani 

Il caso. Antonio Borghetti era alla guida del movimento dall’anno scorso: «In Federcoop situazione drammatica, immobilismo sui temi e si pensa solo a quattro poltrone»


Luca Petermaier


Trento. Si potrebbe argomentare che il suo gesto è frutto dell’irruenza giovanile, quella voglia di cambiare il mondo che poi, spesso, si scontra con la dura realtà di un mondo che, di cambiare, proprio non ne ha la minima intenzione. ma, visto come stanno andando le cose nel mondo dei “grandi”, la scelta di lasciare la presidenza di un movimento (nato nel 1969) come atto simbolico per chiedere un cambio di passo può anche avere l’ambizione di passare come un atto di grande responsabilità e maturità. un modo per dire ai “vecchi”: «svegliatevi».

Ognuno la può leggere come vuole, ma la notizia è che da sabato scorso il movimento dei giovani cooperatori è senza presidente. antonio borghetti, commercialista roveretano classe 1985, ha infatti rassegnato le proprie dimissioni con una breve comunicazione (quattro righe) arrivata in via segantini lo scorso fine settimana. borghetti era stato eletto alla guida del movimento nel giugno dell’anno scorso.

Sulla decisione di borghetti hanno pesato le tensioni che da settimane stanno accompagnando i vertici del movimento, dopo il muro contro muro in consiglio di amministrazione e l’azzeramento delle cariche, non ancora ripianato. tensioni, polemiche e scontri che il presidente dei giovani cooperatori ha vissuto “in diretta” poiché il movimento di cui era presidente fino a sabato scorso è rappresentato anche in cda, secondo quanto prevede lo statuto della federazione. i giovani cooperatori sono membri di diritto ma senza possibilità di esprimere il proprio voto.

Ma anche senza poter votare, lo spettacolo di veleni, ricatti e polemiche che sta andando in scena al sesto piano di via segantini ha convinto il giovane presidente che così era abbastanza. lui la spiega in questo modo: «noi abbiamo il compito istituzionale di promuovere tra i giovani la conoscenza del mondo cooperativo e dei suoi valori, che sono valori di condivisione, dialogo e solidarietà. lei capisce che nel contesto attuale risulta una missione impossibile la nostra. attenzione, io non mi schiero né con la presidente marina mattarei né al fianco di chi la critica. quello che mi limito a rilevare è che l’atteggiamento che sta tenendo il consiglio di amministrazione rende oggettivamente difficile il nostro lavoro. del resto, ogni giorno i giornali sono pieni di notizie di tensioni e polemiche. come faccio io ad andare da un ragazzo e dirgli: “unisciti a noi perché il mondo cooperativo è pieno di valori sani”. e, attenzione, io non ce l’ho mica con i giornali ma con chi fornisce materiale in abbondanza perché le cronache siano riempite».

Per un giovane con meno di 30-35 anni il mondo cooperativo è di difficile comprensione già di per sè, poiché - spiega borghetti - la sua forma giuridica legata all’organizzazione di impresa non è approfondita né nelle scuole né all’università. «se in più ci mettiamo questi cattivi esempi, allora la distanza diventa siderale».

Alcuni membri del direttivo stanno tentando di far tornare borghetti sui propri passi. possibile? «questo non lo so, certo ci dovrebbero essere dei segnali che non vedo, mA tutto sommato non penso sia sbagliato che ogni tanto anche i giovani alzino la testa e dicano ai “senior” che non si stanno comportando per nulla bene. la situazione in federazione è drammatica. non si affrontano i temi veri, ma in compenso si litiga per quattro poltrone».

Infine borghetti (che si dice «rassegnato») pone sul tavolo un ultimo tema di discussione, quello legato al ricambio della classe dirigente nel mondo cooperativo: «ormai siamo ai cooperatori di professione. nella rurale dove io ero caposindaco se n’è andato un presidente di 40 anni ed è entrato un pensionato di 73. così la cooperazione non può funzionare».













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