Cassa Centrale, utile a 8,2 milioni di euro

Sabato l’assemblea a Pacengo sul Garda. Il presidente Fracalossi: «La crisi? Ora ci vogliono nervi saldi e fiducia»


di Roberto Colletti


TRENTO. «Lo scenario è complesso e la giusta reazione è guardare avanti. Stiamo rafforzando il segmento corporate, la collaborazione con l'attività di leasing e la bancassicurazione sta dando interessanti risultati». In questi tempi poco allegri non ci sono cifre di bilancio da enfatizzare, fa capire Giorgio Fracalossi, ed anche se i risultati di Cassa Centrale Banca sono buoni il clima è segnato dalla preoccupazione per un’economia ed una società che faticano a progettare qualsiasi cosa che vada oltre il domani. «Ci vogliono nervi saldi e fiducia», insiste, «il bilancio che porteremo all'assemblea convocata sabato a Pacengo sul Garda è una base sicura per gli uni e per l'altra». L’utile netto che chiude i conti del 2011 è di 8,2 milioni di euro, risultato incoraggiante in un anno che per le banche ha visto tanti bilanci magri, se non in rosso. «Nel complesso le Casse Rurali trentine realizzano utili per circa 60 milioni. Ci sono alcuni casi di sofferenza, ma il quadro generale è solido».

Il “guardare avanti” di Fracalossi significa «rafforzare le funzioni di banca di secondo livello al servizio delle Rurali e delle Bcc» che in questi mesi ha visto Cassa Centrale misurare la propria efficienza come controparte della Bce nelle “aste” del 27 dicembre e del 29 febbraio scorsi. «Due occasioni in cui abbiamo messo alla prova l'intera struttura», ricorda il direttore generale Mario Sartori. «I risultati sono stati buoni con un significativo incremento degli attivi». Tra dicembre e febbraio Cassa Centrale ha gestito la massa di titoli portati a garanzia alla Bce per un finanziamento complessivo di 5 miliardi di euro «metà dei quali» precisa Giorgio Bagozzi, il vice direttore che ha seguito dappresso l'operazione «destinati alle banche cooperative trentine».

Una bella iniezione di liquidità che ha dato respiro alle Casse Rurali, il cui rapporto tra impieghi e raccolta è da tempo vicino alla saturazione. «E' stata un’importante boccata d'ossigeno, per noi come per tutto il sistema bancario nazionale. Tuttavia è un prestito, certamente a tasso basso, ma che fra tre anni andrà restituito» aggiunge Sartori, facendo capire la difficoltà di finanziare con questa liquidità a breve mutui di durata ben più lunga: «La soluzione verrà solamente da un’economia che torni a marciare».

Da questo punto di vista segnali di ripresa non se ne vedono. Ed anche le polemiche contro “le banche che non fanno credito” e con ciò bloccherebbero la ripresa, meritano un'analisi attenta per capire la natura delle richieste disattese. In molti casi, inoltre, non di investimenti si tratterebbe, bensì di debiti da ristrutturare, magari con garanzie svalutate. Lo confermerebbe l'andamento nazionale delle operazioni di leasing - un buon indicatore per gli investimenti - che nel febbraio 2012 rispetto allo stesso mese del 2011 ha registrato per gli automezzi un -18,7%, per lo strumentale -22,2%, per l'immobiliare -56,8%, per le energie rinnovabili -57,7% in quest'ultimo caso anche per i mutati indirizzi normativi. Insomma, una contrazione pesante. C'è solo da sperare che il vento giri. «Lavoriamo per aiutare famiglie ed imprese a superare questa fase difficile. Siamo impegnati a rafforzare la collaborazione con Mediocredito e Centrale Raiffeisen, a sostenere Centrale Leasing che a due anni e mezzo dalla costituzione ha raggiunto il break even e a sviluppare con Assicura l'attività di bancassicurazione. Tutti investimenti per consolidare nel Triveneto la presenza delle Casse Rurali e della Bcc. Questa» conclude Fracalossi «è la nostra risposta alla crisi».

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