Dentro l’obiettivo il “Mutare dell’Eternità” 

Mostra fotografica. A Madonna di Campiglio il progetto di Luca Chistè e Terri Maffei Gueret 32 immagini fineart per evocare la differenza uomo-natura davanti allo scorrere del tempo 


Chiara Grassi


Madonna di campiglio. Una saetta che squarcia il buio della notte scagliandosi potentemente su Cima Brenta è l’immagine simbolo della mostra “Il Mutare dell’Eternità”, inaugurata domenica a Madonna di Campiglio. Autori del progetto, concepito quasi due anni fa, sono il sociologo e fotografo trentino Luca Chistè e l’artista e grafica campigliana Terri Maffei Gueret.

«Questa immagine – spiega Terri Maffei – evoca perfettamente l’idea del nostro progetto. L’energia liberata dalla saetta su Cima Brenta, che è il cuore del nostro soggetto, messa a confronto con la luce appena visibile del Rifugio Brentei, ci fa rendere conto di quanto siamo insignificanti di fronte alla natura. Io sono figlia di una Guida Alpina (ndr il mitico Clemente Maffei “Gueret” di Pinzolo) e fin da piccole io e le mie sorelle siamo state nutrite da un grande senso di gratitudine e rispetto per l’ambiente. A lui devo la capacità di stupirsi ogni volta davanti ad un paesaggio che riesce a non rimanere mai uguale a se stesso e che è il fil rouge di questa esposizione».

La mostra si compone di trentadue immagini fineart, selezionate tra oltre 3.000 scatti, ottenute posizionando una fotocamera, una Nikon DF full-frame digitale, su una terrazza di Madonna di Campiglio favorevolmente esposta sulle Dolomiti di Brenta. Il celebre scorcio compreso tra la Cima Sella-Bocca di Tuckett e la Cima Tosa, con visibilità sul Rifugio Brentei e Bocca di Brenta è stato fotografato ogni giorno, in diversi orari, dal gennaio 2018 e il febbraio 2019, con medesimi angolo di visuale, profondità di campo, stesso obiettivo a focale fissa.

Il risultato è un lavoro di concetto che impone l’osservatore a non limitarsi a cogliere la maestosità del paesaggio e la bellezza della natura ma a comprendere un’immutabilità solo apparente che agisce, impercettibilmente, nelle ere geologiche mentre invece travolge, istantaneamente, la fugacità dell’esistenza umana. Le luci, le atmosfere, i colori, il rapporto fra il cielo e la terra, variano così tanto, che questa mutevolezza di ciò che pensiamo sia eterno finisce con il rivelarsi , facendoci riflettere sul senso delle cose e della natura.

«Dal punto di vista concettuale – precisa Luca Chistè – il progetto mette in relazione due distinte scale temporali: quella eterna – da cui il titolo della rassegna - mutevole nell’apparenza, ma immutabile nella sostanza, della natura, e quella limitata ed effimera della vita di un essere umano, la quale, con scarsa attenzione ai nostri limiti e con un probabile equivoco di fondo, pensiamo possa essere “immortale”, tanto quanto il pianeta che ci ospita. È in questa relazione temporale, che metaforicamente rinvia a due possibili cicli di vita, che interagiscono costantemente, che va rinvenuta la chiave di lettura di questo lavoro fotografico».

La mostra, che gode del patrocinio della Fondazione Dolomiti Unesco, di Trento Film Festival, di Trentino Marketing, dell’Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena, dei Comuni di Pinzolo e

Tre Ville, della SAT di Campiglio e della Comunità delle Regole di Spinale e Manèz, rimarrà in esposizione fino al 31 agosto con ingresso libero dalle 16.30 alle 21.30, escluso il lunedì.













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