Clare Mulley racconta la “spia che amava” 

Letteratura. La scrittrice inglese questo pomeriggio sarà al Museo Civico di Rovereto «Vi farò entrare nella vita di Krystyna Skarbek, l’agente segreto preferito da Churchill»


Maria Viveros


Rovereto. Mestiere: spia. Nome in codice: Christine Granville. Caratteristiche: sangue freddo e nessuna paura del pericolo. Pensando a lei, Ian Fleming ha creato la misteriosa Vesper Lynd per affiancare James Bond in “Casino Royale”. La polacca Krystyna Skarbek, l’agente segreto preferito da Churchill, nonostante la sua rocambolesca e intensissima vita, non è però venuta fuori dalle pagine di una spy story di invenzione. Lo dimostra la ricostruzione, con tanto di documenti, che ne ha recentemente fatto la pluripremiata scrittrice britannica Clare Mulley ne “La spia che amava”, edito da 21lettere. In Italia per ritirare un premio conferitole dall’Ambasciata di Polonia, l’autrice sarà ospite oggi 17 ottobre presso il Museo Civico in Largo Santa Caterina a Rovereto dove alle ore 19 presenterà questo suo ultimo libro. Ennesimo appuntamento da non perdere, a conferma della ricchezza delle proposte che i titolari, Monica Dori e Giorgio Gizzi, non fanno mancare ai loro lettori tanto che l’Arcadia (è di questi giorni la notizia) è stata inserita fra le dieci più interessanti librerie da seguire al mondo da “Accidentally Wes Anderson”, sofisticata pagina Instagram da più di un milione di follower, fondata da Wally Koval. Abbiamo chiesto alla Mulley di parlarci di Krystyna Skarbek.

Quali aspetti della sua personalità hanno fatto di lei una spia?

Krystina è cresciuta abituata alla libertà e a difendere le proprie opinioni. Suo padre, il conte Jerzy Skarbek, le ha insegnato a cavalcare e a sparare nella tenuta di famiglia e a essere un’appassionata patriota polacca. Ha anche imparato diverse lingue. Tuttavia, poiché sua madre, Stefania, era di origini ebree, non è mai stata completamente accettata dalla crème della società polacca. Il libro si intitola “La spia che amava” perché Krystyna era una donna molto passionale, che amava l’avventura, l’adrenalina e...gli uomini: ha avuto due mariti e molti amanti. Ma soprattutto amava la libertà e l’indipendenza, sia del suo paese natale, la Polonia, che di quello di adozione, la Gran Bretagna.

Quanto di leggendario c’è nella storia di Krystyna Skarbek, tanto da averla resa un mito?

Un suo amico una volta disse che lei “si abbandonava alle fantasie più esagerate quando parlava con chi non era disposta a prendere sul serio”. Ho dovuto, quindi, controllare attentamente tutte le mie fonti durante le ricerche sulla sua vita, senza fare esclusivo affidamento alle parole di Krystyne! Per questo sono andata in molti archivi, sia in Polonia che in Gran Bretagna, dove ho richiesto documenti inediti che la riguardavano ai sensi del Freedom of Information Act [la normativa che garantisce il diritto di accesso alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni]. Ho anche intervistato decine di persone che l’hanno conosciuta: ex veterani, amici, familiari. Ho trovato molte fonti inedite, come delle lettere di pugno di Krystyna o che le erano state inviate da ammiratori, il suo diario del dopoguerra, i suoi gioielli e il coltello da commando. Dei verbali, inoltre, confermano che, da sola, ha portato alla defezione un’intera guarnigione tedesca; ha anche salvato la vita di molti dei suoi colleghi uomini, ottenendo per questo delle onorificenze. Le storie che la riguardano non sono, quindi, delle leggende, ma fatti comprovati da documenti. Con una vita straordinaria come la sua, non c’era alcun bisogno di inventare niente!

Krystyna Skarbek e gli uomini: quanto amore e quanto calcolo?

Che stesse combattendo per il suo Paese o pensando alla sua vita privata, Krystyna si è sempre spesa al cento per cento per il raggiungimento dei suoi obiettivi! Pochi uomini erano immuni alla forza della sua potente personalità o del suo fascino. Durante la guerra ha salvato la vita di molti dei suoi compagni d’armi polacchi, britannici, francesi, fra cui uno dei suoi amanti e due dei suoi colleghi nella Francia meridionale occupata, nell’estate del 1944, poche ore prima che fossero giustiziati dal plotone di esecuzione. Eppure, sebbene si sia sposata 2 volte e abbia avuto una lunga relazione con un eroe di guerra, Krystyna non ha mai voluto impegnarsi con nessuno in modo stabile. La sua libertà era troppo importante.

Cosa racconta la vicenda di Krystyna sui rapporti fra gli stati europei durante la seconda guerra mondiale?

Senza essere troppo semplicistica e riduttiva, per certi versi Krystyna può essere considerata metafora della Polonia durante la seconda guerra mondiale. Si offrì come volontaria prima della fine del 1939, diventando il primo agente speciale donna a servire nel conflitto la Gran Bretagna. Ha prestato servizio in tre diversi scenari di guerra, inclusa l’Italia. Qui ha stabilito i primi contatti fra la resistenza francese e i partigiani italiani d’oltralpe e, in attesa di un’ultima missione prima di ritornare in Polonia, ha trascorso un periodo a Brindisi. Ha mostrato un coraggio esemplare in situazioni pericolose e ha dato un contributo significativo alla vittoria degli Alleati. Sebbene abbia assistito alla liberazione di Parigi, non ha però vissuto abbastanza per vedere il suo Paese natale di nuovo libero dopo la guerra che vide la Polonia al fianco degli Alleati. Le forze polacche, infatti, prestarono servizio con grande coraggio, riportando risultati importanti in molti teatri di guerra, anche in Italia, in particolare nella battaglia di Montecassino. Tuttavia, dopo l’armistizio, in Polonia è stato instaurato un regime comunista. Mi auguro, perciò, non solo che questo libro piaccia, ma che attraverso la storia di Krystyna venga riconosciuto il ruolo della Polonia durante la guerra, così come l’attività di alcune delle donne che hanno prestato servizio sia dentro che contro le linee nemiche.















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