«Si valutino appieno anche altre soluzioni» 

Primiero si schiera compatto contro l’ipotesi di variante stradale per Passo Rolle attraverso Busa Bella


di MariaCristina Bettaga


PRIMIERO SAN MARTINO. Il progetto della messa in sicurezza della Statale 50 del Passo Rolle, presentato pubblicamente dallo staff tecnico della provincia e dall'assessore Gilmozzi, ha sollevato non poche perplessità e dubbi tra gli abitanti. Il tratto di strada oggetto di confronto è quello compreso tra Malga Fosse ed il bivio di Baita Segantini. Tragitto che in realtà, è solo una parte tra quelli che necessitano di interventi per la messa in sicurezza della strada.

«Passo Rolle ha tanti problemi - ha detto il sindaco Depaoli - ma qualcosa adesso si sta muovendo. A giorni verrà abbattuto l'albergo Passo Rolle e in primavera si procederà alla riqualificazione del parcheggio in sommità del passo ora in degrado. Piccoli passi che segnano il rilancio perché il Rolle è una perla del Trentino». Dall’incontro pubblico è emerso che il progetto della Provincia, non convince gli abitanti che a gran voce chiedono di valutare l’opzione di una galleria aperta. L’assessore di Imer e della giunta del Parco Daniele Gubert sostiene che «il territorio che vive il passo Rolle tutti i giorni non è stato coinvolto nella progettazione e solo adesso il pubblico apprende la soluzione della Provincia. Non si capisce perché sia stata scartata a priori l'idea di usare la strada attuale. La motivazione è sempre stata quella economica ma ora si capisce che non è così. Adesso si trasforma una strada in sentiero e viceversa, il percorso non è stato studiato in modo approfondito, c'è consumo di suolo e non si rispettano i fattori indicati dal Parco». Parco che fa eco con il presidente Grisotto che ribadisce come l’imbocco della strada a sud attraverserebbe il colle dove abita la colonia storica delle marmotte parte importante dell'ecosistema alpino. La strada attraverserebbe la torbiera che, anche se toccata marginalmente, verrebbe portata a morire, senza contare l’apporto di inquinanti (sale e combustibili) che essa subirebbe. Poi ci sarebbe il viadotto sulla forra del Cismon, cosa dal punto paesaggistico non certo bella da vedere. Infine, andrebbero fatte delle verifiche in merito alle sorgenti del Cismon che subiscono delle ramificazioni. Il Parco propone altre soluzioni come la galleria con tettoia aperta con pochi piloni come quelle che si fanno in Austria magari con architettura particolare che ben si inserisce nel paesaggio o dei gasex usati in Svizzera per la bonifica delle valanghe. «Perché non provare a fare una valutazione obiettiva sull’impatto ambientale e paesaggistico di tutte queste soluzioni? - chiede Grisotto - lo dobbiamo anche in rispetto a quelle firme raccolte». Della stessa idea anche il sindaco Depaoli: «Facciamo una valutazione di impatto ambientale con la galleria e poi valutiamo meglio la cosa, l'aspetto economico non deve essere preponderante ».













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