«La deroga permette di inquinare» 

Borgo, i medici Isde critici con la Provincia per i provvedimenti per l’Acciaieria



BORGO. Acciaieria, una deroga provinciale permette di inquinare di più. L'accusa arriva dalla presidenza Isde (medici per l'ambiente) Trentino, ovvero dai dottori Roberto Cappelletti, Marco Rigo, Gianni Gentilini e Justina Claudatus.

«Pensavamo che i regali all’acciaieria fatti nel passato (2007) come l’innalzamento dei limiti di diossine di 1.000 volte, fosse retaggio del passato e si fosse imparata la lezione. Invece scopriamo che con l’articolo 51.1 (emendato nel 2015) della legge sull’inquinamento provinciale (Tulp) si consente di superare i più restrittivi limiti provinciali», spiegano i medici. Di che si tratta? «Con una modifica alla legge provinciale si è permessa una deroga al rispetto dei valori limite provinciali per gli inquinanti. Il nuovo art. 51.1 del testo unico provinciale sulla tutela dell'ambiente dagli inquinamenti (Tulp), approvato il 17 giugno 2015 dal consiglio provinciale, consente alle industrie soggette ad Autorizzazione integrata ambientale (Aia) di poter richiedere, qualora i limiti provinciali siano più restrittivi, l’adeguamento delle autorizzazioni ai valori limite di emissione fissati in base alle “migliori tecnologie disponibili”. Legge che vale per tutto il territorio provinciale ma, se lo si contestualizza prendendo a riferimento le acciaierie di Borgo, le Bat (migliori tecnologie disponibili) prescrivono un abbattimento del 98% delle polveri totali. La quantità di polveri prodotte dal forno di un’acciaieria è attorno ai 1500 Kg/ora. Ora appare chiaro che con questo articolo si concede di emettere non 2,88 Kg/ora di polveri secondo i limiti della legge provinciale (Tulp), ma ben 30 Kg/ora come prescrivono le Bat (più di 10 volte)», proseguono i medici Isde. I quali ricordano che il nuovo articolo 51.1 del Tulp non è di per se illegittimo ma è di fatto illogico in quanto «con questa deroga (che può essere richiesta dal gestore dell'attività in qualsiasi momento) si concede la possibilità al produttore di alzare i valori limite provinciali, quando in genere avviene il contrario». Per i medici Isde l'impianto di Borgo andrebbe completamente rifatto, realizzando le necessarie opere strutturali che gli permettano di lavorare in sicurezza, per gli operai e la popolazione. «Gli investimenti messi in campo dal nuovo gestore non sembrano sufficienti a risolvere il problema alla radice. Ci vorrebbe un patto fra azienda, istituzioni e cittadini per trovare le soluzioni (e i finanziamenti) idonee, come si fece a Linz dove negli anni ’80 c’era un’acciaieria con rilevanti problemi di inquinamento, ma ora impianto modello, esempio di Green Economy». (m.c.)













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