Il ritorno del “Cardinale” dove un tempo era confine 

Pezzi di storia a Grigno. Domani a Marcesina verrà rimesso nel luogo dove fu originariamente collocato. Oggi alle 18 sarà presentato il volume di Franco Gioppi che ne ricostruisce le vicende


Marika Caumo


Grigno. Il Cardinale tornerà al suo posto, a casa, a Marcesina. Domani, infatti, in località Laghetti, verrà riposizionata la copia dello storico termine confinario n° 10 K e sull’altopiano sarà un giorno di festa ma anche occasione per tornare indietro nel tempo, ai fatti ed alle vicissitudini di qualche secolo fa.

Il libro racconta

Una storia particolare e lunghissima quella del cippo, tra “esilio e riabilitazione”. Una storia ben raccontata nella monografia scritta da Franco Gioppi, dal titolo “Marcesina, il ritorno del Cardinale”, che sarà presentata a Borgo, nella sala rossa della Comunità di Valle, oggi alle 18. Un progetto su cui da tempo sono impegnate le amministrazioni di Grigno ed Enego, ma anche la Comunità di valle tramite il consigliere Giuseppe Corona.

«Almeno simbolicamente, dopo un secolo di confino il “Cardinale” di Marcesina torna a casa. Ritorna lassù, tra le montagne prealpine che lo videro pubblico tutore della quiete, se non proprio della pace, per cento e settant’anni almeno», scrive Gioppi. Già perché la collocazione della stele in pietra, che faceva parte di una serie di pietre confinarie, fu decisa dalle massime autorità austro-venete le quali, per delega dei rispettivi governi, si riunirono a Rovereto nel 1752 al fine di ridefinire la linea confinaria della montagna di Marcesina, posta tra i domini di Casa d’Austria e quelli della Serenissima Repubblica. Per capirci, tra quei territori che oggi stanno a cavallo tra la Provincia di Trento e la Regione Veneto, nel quadrante orientale della Catena Cima Dodici - Ortigara.

Parla lo scrittore

«Saggiamente- scrive Gioppi- in quella autorevole circostanza Vienna e Venezia raggiunsero un accordo risolutivo per un’annosa questione territoriale che si trascinava da almeno quattro secoli e che, de facto, fu attuata attraverso la posa in opera di una sequela ininterrotta di 29 possenti cippi lapidei costituenti i vertici della poligonale confinaria internazionale». La difficile transazione poté concludersi solo dopo la convalida del termine “Cardinale 10 K”, il punto d’incontro fondamentale sul quale poggiava lo schema di tutta la linea di demarcazione, già topograficamente individuato nel 1605 ma coinvolto in continue discussioni, incertezze, pretese e ripensamenti.

Passano circa 170 anni e, con la fine della Prima Guerra Mondiale, la stele viene asportata e collocata a Venezia. Qui, in riva al mare, viene pesantemente modificata (con effigi ed iscrizioni) in monumento a ricordo degli “Arditi di Venezia”, nati nell’estate del 1917 per rafforzare l’azione offensiva dell’esercito italiano. Se ne stravolge così la natura, compromettendone l’originaria funzione di pietra confinaria tra Casa d’Austria e la Serenissima Repubblica.

Le ricerche

Diverse le ricerche in questi anni così come i viaggi in laguna, i tentativi – purtroppo vani- di riportare la stele al suo posto, in Marcesina. Così i Comuni di Enego e Grigno e la Comunità di Valle hanno deciso di riposizionare una copia. La due giorni si apre oggi alle 18 con la presentazione del libro di Gioppi mentre domenica alle 10.30 in località Laghetti di Marcesina ci sarà la cerimonia di posizionamento con scopertura della copia del termine confinario. Entrambi i momenti saranno allietati dalla banda civica di Borgo.













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