Sarà commissariata la cantina di Mori 

Il cda ha rassegnato le dimissioni, domani l’assemblea. La Federazione: «Massima fiducia nell’operato della magistratura»


di Matteo Cassol


MORI. La decisione era nell’aria ed è arrivata: la “patata bollente” della Cantina Mori Colli Zugna – dopo il blitz dei Nas seguito alle vicende tutte da chiarire sul vino “trasformato” in acqua che avevano portato al licenziamento del direttore Luciano Tranquillini e dell’enologo Enrico Malfatti – sarà gestita da un commissario, che verrà presto nominato dalla Giunta provinciale. Il tutto alla vigilia di un’assemblea che sarebbe dovuta essere decisiva (all’ordine del giorno c’era la sfiducia al Cda e in ogni caso sarebbe stato eletto un nuovo presidente al posto di Paolo Saiani: o l’attuale vice Francesco Moscatelli o Valter Gazzini, che aveva fatto campagna puntando sul reintegro di Tranquillini) e che invece sarà solo un appuntamento pro forma per la scontata approvazione del bilancio (peraltro positivo), condizione necessaria per procedere alla liquidazione delle quote ai soci. All’assemblea a ogni modo il Consiglio di amministrazione si presenterà dimissionario. È questo l’esito dei confronti avviati già dal giorno dell’operazione dei carabinieri da parte della Federazione trentina della cooperazione. Confronti con gli amministratori della cantina, il collegio sindacale e i due candidati alla presidenza per condividere un percorso comune che possa permettere al più presto alla Cantina di tornare alla piena operatività nell’interesse dei propri soci. Nella tarda mattinata di ieri i consiglieri e il collegio sindacale della Mori Colli Zugna si sono riuniti in Federazione a Trento alla presenza del direttore della Federazione Alessandro Ceschi, del direttore della divisione vigilanza Enrico Cozzio e dei funzionari Michele Girardi del servizio cooperative agricole e Francesca Tomasi e Maria Silvia Cadeddu del servizio legale. Al termine il Cda ha rassegnato in blocco le dimissioni, «come atto di responsabilità nei confronti dei soci in attesa dell’evolvere dell’inchiesta giudiziaria». Una responsabilità condivisa da entrambi i candidati alla presidenza Moscatelli e Gazzini, che – rinunciando in questa fase a proporsi alla guida della cooperativa – hanno concordato questa posizione con i rispettivi gruppi che in queste settimane li hanno supportati nella corsa alla presidenza. Nell’affermare la massima fiducia nell’operato della magistratura, il Cda ha manifestato l’esigenza di affrontare una situazione straordinaria come questa con la gestione affidata a un soggetto terzo, per garantire una maggiore tempestività nell’adozione di provvedimenti che fin da subito si dovranno assumere, per insediare una figura di riferimento della Cantina nella quale tutti i soci si possano riconoscere e per permettere la ricostruzione dei rapporti interni alla compagine sociale. «Cogliamo – commenta il presidente della Federazione Mauro Fezzi – il senso di responsabilità da parte di tutte le parti coinvolte, che hanno saputo fare anche un passo indietro. Abbiamo fiducia nella magistratura e auspichiamo che venga fatta chiarezza quanto prima, in modo che la Cantina possa essere al più presto riaffidata alla gestione diretta dei soci con un Cda eletto dall’assemblea».

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