Isotta Tomazzoni sogna la radio e intanto è finalista al talent di Rds 

Ventidue anni, la roveretana ieri ha vinto e il 19 su Real Time si gioca il successo a “Rds Academy” Ma intanto prepara la tesi di laurea in Cattolica e lavora a un audiolibro di poesie, scritte da lei


di Anna Maria Eccli


ROVERETO. Una cascata di riccioli castani e il viso d’un Perugino: Isotta Tomazzoni nel raccontarsi ci lascia senza fiato. Ha appena 22 anni e un curriculum artistico di tutto rispetto; prossima laurea alla Cattolica di Milano, cultura musicale da spavento, una vittoria alla Chinese Bridge Competition che l’anno scorso l’ha portata in Cina per un mese, un Cd già pubblicato, uno alle porte, molti sogni e, soprattutto, la finalissima in un talent particolare, quello di RDS Academy, che individua gli speaker radiofonici del futuro, con Anna Pettinelli, Giovanni Vernia e Matteo Maffucci in giuria. Una selezione lunga alle spalle: a Radio Dimensione Suono per i provini si erano presentati, infatti, in 5000; “sopravvissuti” in 50, un’ulteriore scrematura li ha ridotti a nove. Ora sono rimasti in tre a giocarsi la finalissima, che andrà in onda la sera di mercoledì 19, su Real Time. Lei, unica donna è anche la più giovane di tutti.

Isotta, un nome che è già una promessa...

È vero, significa “guerriera di ferro”. Un po’ guerriera in effetti lo sono, ho la caparbietà di papà e le ali artistiche di mamma. Il mondo dello spettacolo è difficile, richiede passione, ma anche sangue freddo. Ecco, ciò di cui vado maggiormente fiera, in questa esperienza alla Rds Academy, è proprio l’essere riuscita a gestire le emozioni.

Mondo dello spettacolo, ma con faccende molto serie alle spalle, per esempio una laurea alla Cattolica con studio del cinese.

Sì, a febbraio, laurea in Scienze Linguistiche per le relazioni internazionali, con una tesi sul ruolo della metafora nei testi musicali di Bob Dylan.

Ora, la grande opportunità offerta da Rds, alla quinta edizione del suo talent. Cosa le ha insegnato maggiormente?

Molte cose, direi. Prima di tutto ho capito che non si può piacere a tutti, ma che ciò che conta è la verità, l’essere se stessi, possedendo una cifra caratteristica forte; non bisogna nascondersi, ma neanche dimenticare di essere umili.

Se dovesse descriversi, cosa direbbe di se stessa?

Sono empatica, so essere spudorata, ma non sarcastica; non mi piace istigare con cinismo. Nonostante ciò, ho tenuto botta al talent. Lo definirei un bellissimo gioco di ruolo, che sollecita emozioni e capacità diverse, dall’inventare notizie sensazionali, allo scherzo telefonico, alla prova dell’inviato speciale al concerto degli U2 ad Amsterdam.

L’anno scorso ha pubblicato il primo Cd, “Remote Influence”, copertina un po’ fetish .

Ah, sì (ride) i miei miti sono Michael Jakson e Lady Gaga, infatti. Vorrei fare della mia voce il mio lavoro. Siccome amo scrivere, il prossimo progetto sarà pubblicare un audio-libro di poesie mie, lette da me.

Pettinelli ha definito la sua voce “sensuale”. Quali altri pregi, e difetti, si riconosce?

Sono audace, un po’ folle nel credere nelle cose e nel volerci arrivare. Da buona bilancia ascendente cancro, poi, sono permalosa, ma anche molto aperta alle critiche.

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