Il disoccupato è stressato e poco legato al suo mondo 

L’analisi su 280 roveretani senza lavoro. Due ricercatori dei Scienze Cognitive hanno  indagato sulle reazioni psicologiche ed emotive. Che hanno anche ricadute sulla salute


CLAUDIO LIBERA


Rovereto. Si intitola “Alla ricerca del lavoro perduto. Uno studio a Rovereto e in Vallagarina”, quello presentato in Commissione consiliare per le politiche sociali, familiari, abitative, per i giovani, decentramento e pari opportunità di Trento. Su richiesta della consigliera Roberta Zalla, alla presenza dell’assessora competente Mariachiara Franzoia. Il motivo, la verifica se i parametri utilizzati nell’analisi durata due anni, possano essere adottati anche nel capoluogo. L’argomento è risultato interessante ed è stata chiesta ai relatori – Franco Fraccaroli e Irene Barbieri, professore e ricercatrice a Scienze Cognitive a Rovereto – di fornire gli strumenti atti a mettere in atto questa analisi sul territorio trentino.

Analisi del benessere

Come chiarito, non si è trattato di uno studio per analizzare gli aspetti economici della disoccupazione, quanto quelli relazionali, sociali e di benessere con sé stessi e gli altri. Lo studio attuato con un assegno di ricerca di Comune di Rovereto ed Università, con Centri per l’impiego - Agenzia del lavoro che ha messo a disposizione spazi e risorse, ha tracciato un “profiling dei disoccupati”. Le indagini hanno riguardato due tipologie: 250 disoccupati “utilizzati” tra i 18-64 anni e 30 tra i 18-35 anni, monitorati h24 per una settimana. I parametri seguiti riguardavano il tempo libero e le relazioni familiari. E’ emerso che il 28% dei giovani ha un sussidio mentre tra i 45-64 anni ad usufruirne è il 65%. Per quanto riguarda la salute fisica, nel disoccupato la qualità della vita peggiora ed aumenta lo stress anche se non è chiaro se sia la causa o la conseguenza della perdita del lavoro. Inoltre cambiano i ritmi di vita.

Cessa il rapporto col territorio

Altro aspetto che appare chiaro, la mancanza da parte dei disoccupati del rapporto col territorio, con un basso senso di appartenenza, problemi di convivenza e benessere sociale. Il 44% dei giovani fuma regolarmente, l’alcol appare in maniera minore ma il dato non è ritenuto “veritiero”. Per quanto riguarda il benessere psicologico, il 65% degli intervistati dichiara di non aver problemi.

Negato (incredibile!) l’uso di internet e dei social

Altro dato accertato ma “non creduto”, l’uso di internet e social: tra i giovani solo il 27% dichiara di farne uso, contro una media nazionale dell’80%. L’analisi sui 30 giovani, accerta che 20 sono iscritti ai Centri per l’impiego, dormono tra le 6 e le 9 ore, attuano mezz’ora di attività fisica, impiegano 30’ nella ricerca del lavoro e pure per seguire dei corsi. Le relazioni sociali si limitano all’ambito familiare senza interagire con estranei. Infine un “dato sconfortante”; l’occupazione del tempo libero viene raccontata con il “non fare assolutamente niente”.













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