«Il Baldo va valorizzato nella sua interezza» 

L’appello delle associazioni. Un territorio fra Trentino e Veneto dal valore unico al mondo, non dovrà avere confini per tutela e promozione. Attesa per la risposta dell’Unesco


QUINTO CANALI


Monte baldo. Il Monte Baldo - “annoverata tra le Sette maggiori e più famose Montagne dell’Universo” (Silvan Cattaneo, 1553) o “privilegiata provincia del regno della vaga Dea dei fiori” (Agostino Goiran, 1897), tanto per scomodare solo un paio delle innumerevoli citazioni letterarie che lo riguardano – deve essere tutelato, studiato e soprattutto inteso e valorizzato nella sua interezza e unitarietà. È questo l’appello lanciato da un nutrito gruppo di associazioni nazionali, venete e baldensi venerdì scorso a Palazzo Carlotti di Garda sotto il patrocinio dell’amministrazione locale del sindaco onorevole Davide Bendinelli, presente alla serata. Le associazioni hanno anche lanciato l’allarme per le politiche finora attuate e suonato la sveglia alla politica (tra i più di cento presenti anche il presidente dell’Unione Montana del Baldo-Garda Maurizio Castellani).

Biodiversità eccezzionale

L’incontro è stato coordinato da Daniele Zanini, referente scientifico dell’Orto botanico di Novezzina. Sono state tutte sostanziose e motivate le relazioni presentate, alcune su situazioni e problematiche conosciute. Raffaello Boni di Legambiente e Francesco Sanna del Giros (Gruppo italiano per le ricerche sulle orchidee spontanee) hanno documentato il pericolo che corrono la sessantina di orchidee baldensi ed il paesaggio diffuso per la eccessiva presenza di cinghiali, situazione ritenuta ormai fuori controllo. Gianfranco Caoduro, fondatore del World Biodiversity Association, ha ricordato, paragonandola alle Galápagos, l’eccezionale biodiversità presente sul Monte Baldo: più di duemila specie botaniche (quasi la metà di tutte quelle delle Alpi) e circa ventitremila specie animali, con la scoperta continua di nuovi invertebrati anche endemici. Giorgio Chelidonio per Italia Nostra ha evidenziato il considerevole valore culturale del Monte Baldo, luogo di transiti, di caccia e di pastorizia da tempi immemori, certificando la presenza del Neanderthal musteriano e addirittura ipotizzando presenze umane vecchie di cinquecentomila anni. Per il Wwf è intervenuto Michele Dall’O’, presentando tutte le iniziative di tutela di Baldo proposte negli ultimi cinquanta anni e mai andate a buon fine. Per Chiara Tosi della Lipu il Monte Baldo non dovrà diventare un parco giochi, ma un parco vero almeno interregionale con il cappello dell’Unesco. Di questo aspetto ha parlato Maurizio Delibori (presidente del Centro Turistico Giovanile editore dei Quaderni del Baldo), spiegando la notevole differenza tra il preferibile Patrimonio mondiale Unesco (certificazione del valore unico e universale di un bene) e Mab (piano di gestione di un territorio). Sono stati da poco editi gli atti dei due convegni voluti dalla Provincia di Trento per il Monte Baldo Unesco; le alcune decine di saggi pubblicati si possono ricomporre nella felice sintesi di Annibale Salsa: “Il Baldo, come viene scoperto e inventato nel Rinascimento, rappresenta la cerniera tra mondo antico-medievale e mondo moderno. Il Baldo dovrebbe figurare in un manuale di storia della filosofia e in un manuale di storia della scienza ...Poiché i valori richiesti dall’Unesco, in funzione del riconoscimento del Patrimonio dell’Umanità di un sito, sono quelli riconducibili ai caratteri di “universalità’ e “eccezionalità”, ritengo che il Monte Baldo possegga ampiamente i requisiti necessari per diventare un sito misto naturale e culturale”.<

Il possibile destino

Il possibile destino del Monte Baldo è cosi delineato, ecologico e inclusivo, e nel concetto antropologico delle “terre incerte” (Annibale Salsa, “I paesaggi delle Alpi”, Donzelli, 2019) e della nuova geografia delle “Montagne di mezzo” (Mauro Varotto, Einaudi, 2020); si potrebbe generare quindi una nuova comunità naturale di più di seicento kmq. (quasi quattrocento di montagna), di quindici municipalità (cinque trentine e dieci venete) con più di sessantamila abitanti e di quasi un miliardo di euro di attuale reddito complessivo. Al pro nascerà presto una nuova associazione “sovraconfine”, trentina e veneta (è la prima volta), per unire le forze e fare.













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