AMBIENTE

Vaia, 6 abeti su 10 a terra a un anno dal disastro

E' la stima di Coldiretti: "Si sta facendo largo l'idea di gestire i territori con un vero e proprio piano regolatore verde"

GUARDA LE FOTO: I danni, 9 mesi dopo - Il disastro in val di Fiemme - Piné: 300 ettari abbattuti



TRENTO. Sei alberi su 10 (60%) sono ancora a terra ad un anno dalla tempesta Vaia che ha provocanto la strage di circa 14 mln di piante nelle foreste su una superficie di 41mila ettari. Lo stima la Coldiretti nell'anniversario della tragedia che «rischia di compromettere l'equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane mettendo a rischio la stabilità idrogeologica».

«Nelle montagne - sottolinea - la mancanza di copertura vegetale lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge senza dimenticare gli effetti sulla grande varietà di vegetali e sulla popolazione di manimaloi che popolano i boschi. Al danno ambientale si aggiunge - continua - quello economico con importanti ripercussioni sull'intera filiera del legno e sul turismo». «I proprietari pubblici e privati dei boschi distrutti - aggiunge - stanno affrontando maggiori costi per la rimozione del legname e per il ripristino del bosco ma anche le conseguenti perdite per la svalutazione del prezzo del legname. A preoccupare - precisa Coldiretti - è l'insetto bostrico che scava nelle cortecce e provoca la moria di interi boschi soprattutto di abete rosso».

Coldiretti rileva che nelle aree colpite «si sta facendo largo l'idea di gestire i territori con un vero e proprio piano regolatore verde che garantisca l'ambiente, valorizzi nuove attività agricole dove possibile e risponda alle esigenze di rifornimento della filiera sulla base delle quantità di legno che realmente sono necessarie, oltre a ripiantare varietà autoctone che meglio resistano alla violenza di eventi climatici sempre più estremi. Ma - precisa - occorre intervenire anche sulla prevenzione favorendo la gestione dei terreni cosiddetti silenti, per i quali è difficile risalire ai proprietari o farli impegnare in una corretta gestione dei suoli. In questa fase le proposte che incentivano la ripresa tanto delle attività forestali quanto di quelle che promuovono l'acquisto e l' utilizzazione del materiale caduto o abbattuto vanno senza dubbio sostenute. Lo spazio per un rilancio della forestazione nazionale è enorme se si considera che l'Italia importa dall' estero più dell'80% del legno necessario ad alimentare l' industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di oltre 4 miliardi nel 2018. L'industria italiana del legno - conclude Coldiretti - è la prima in Europa, ma con legname che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato».













Scuola & Ricerca

In primo piano