Volley, la finale con il lutto

Il presidente gialloblù Mosna: «Intitoliamogli il PalaTrento»


Nicola Baldo


TRENTO. Edo Benedetti per la pallavolo fu un vero pioniere. Adesso tutto il mondo di reti e ginocchiere di casa nostra si stringe attorno al proprio fondatore. La sua creatura, la Trentino Volley, domenica nella finalissima scudetto di Milano porterà sulla maglia il segno del lutto. In rete, fra social network e sito internet della società di via Trener, dagli stessi tifosi gialloblù intanto è stata laniata anche una proposta: intitolare a Edo Benedetti il PalaTrento di via Fersina.

«In queste ore - commenta Diego Mosna, presidente di Trentino Volley - stiamo pensando a quale sia il modo migliore per ricordarlo. Portare il lutto al braccio nella partita più importante dell'anno, la finale scudetto che lui attendeva molto, mi sembra il minimo. Edo è stato uno sportivo a tutto tondo, a 360 gradi, amante della pallavolo ma non solo perché praticò tantissime discipline e poteva parlare di qualsiasi disciplina con grande competenza. Intitolare alla sua memoria la più importante struttura sportiva cittadina è un'idea che mi trova favorevole».

Sempre presente ad ogni appuntamento della "sua Itas", solo ultimamente il suo posto in tribuna è rimasto vuoto. C'era nelle ultime fatiche di regular season, contro Roma e Latina, per cercare di dare il proprio sostegno alla squadra alla vigilia dei sempre attesi playoff scudetto. «La sua vicinanza ed il suo sotegno non ce l'ha mai fatta mancare», aggiunge Radostin Stoytchev allenatore dell'Itas Diatec Trentino.

«Ricordo che il primo giorno nel quale venni a Trento, ormai cinque anni fa - ricorda il tecnico trentino - una delle prime persone che mi presentarono fu proprio il Cavalier Benedetti. Parlammo un po', mi chiese che programmi avessi per la squadra. Gli risposi che stavamo lavorando ad una squadra che in un paio d'anni potesse vincere qualcosa di importante, gli si illuminarono gli occhi e parlammo a lungo. Tutto quello che abbiamo potuto fare in questi anni lo dobbiamo a lui. Lui è stato il precursore, il fondatore di tutto ed il primo a credere nel progetto che lanciammo qualche anno fa».

Lo scorso anno fu Alberto Ciurletti, altro storico ed indimenticato protagonista del mondo della pallavolo trentina a lasciare questa terra prima di un grande evento, ovvero la final four di Champions League a Bolzano. Adesso, da lassù, insieme ad Edo Benedetti ne avranno di partite da vedere e commentare. «Io credo - conclude Stoytchev - che il mondo sarebbe più buono se ci fossero più persone come Benedetti e Ciurletti».

«Abbiamo perso tutti un pezzo importante di storia del nostro Trentino e della nostra nazione - aggiunge Diego Mosna -. E' un frammento di storia positivo e di grande valore per un gran numero di ragioni: di Edo voglio ricordare innanzitutto l'estrema onestà, la costante voglia di fare, l'attenzione alle relazioni interpersonali nella vita e sul lavoro, l'amore profondo per la sua terra d'origine e per lo sport. Perdo personalmente un riferimento importante e so di non essere il solo».













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