SOLDI PUBBLICI

Vitalizi, sì al recupero coattivo: nel mirino chi non ha restituito

Trentino Riscossioni pronta alla convenzione con il consiglio regionale. Rella: «Stiamo discutendo sulle modalità»


di Chiara Bert


TRENTO. Trentino Riscossioni, la società della Provincia che riscuote i tributi, andrà a recuperare anche le somme dovute (e non pagate) da consiglieri ed ex consiglieri regionali a seguito della riforma dei vitalizi, e lo farà anche ricorrendo al pignoramento dei loro beni.

Dopo il passaggio in cda la prossima settimana, il contratto con il consiglio regionale dovrà essere vagliato dal comitato d’indirizzo, l’organo deputato a prendere le decisioni più importanti della società, in cui siedono anche il presidente della Provincia e della Regione Ugo Rossi e altri esponenti sia della Provincia che dei Comuni soci di Trentino Riscossioni. Ma dopo mesi di verifiche, la strada è tracciata: «Non stiamo discutendo se si possa o non si possa fare, ma sul come», conferma il presidente della società Alberto Rella, che ad occuparsi della questione ha delegato il suo vice Sergio Anesi per ragioni di opportunità, visto che Rella è anche ex consigliere regionale coinvolto nella partita vitalizi (in un primo tempo aveva fatto ricorso, poi ritirato, contro la riforma).

La presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo attende una conferma ufficiale da parte della società: «Da parte nostra la sicurezza di poter intervenire con un intervento coattivo c’è. Ci sta che anche Trentino Riscossioni abbia deciso di tutelarsi chiedendo un parere esterno, ma non dovrebbero esserci dubbi». Il consulente ha fornito il suo parere e Rella spiega: «Entro il mese dovremmo essere pronti, compatibilmente con gli impegni elettorali per le comunali di molti membri del comitato di indirizzo».

Ma il consiglio regionale preme perché la convenzione si attui in tempi rapidi. Alla fine dello scorso anno la presidente Avanzo aveva scritto una lettera a tutti i consiglieri ed ex consiglieri che non avevano ancora restituito le somme richieste degli anticipi (sulla base della legge che ha ricalcolato le attualizzazioni d’oro fatte nel 2012), con la richiesta di provvedere entro 30 giorni. Se questo non fosse avvenuto, il passo successivo dell’Ufficio di presidenza sarebbe stato rivolgersi appunto a Trentino Riscossioni per avviare le procedure di recupero del credito. La lettera di Avanzo citava tutti i possibili passi, dall’ingiunzione tributaria all’esecuzione forzata con il pignoramento dei beni mobili e immobili intestati al debitore. Da ultimo, veniva spiegato, i beni verranno messi all’asta. «Trentino Riscossioni agirà nel pieno rispetto delle leggi che regolano le ingiunzioni fiscali e le conseguenti azioni esecutive», annunciava lo scorso gennaio il direttore Stefano Riccamboni. Ingiunzioni che arriveranno mentre la battaglia sui vitalizi è in pieno svolgimento visto che i primi pronunciamenti sulla competenza del tribunale ordinario non arriveranno verosimilmente prima di fine anno. Intanto la presidente Avanzo continua a sollecitare il Garante della privacy perché si esprima sulla pubblicazione dei nomi dei consiglieri (per altro già usciti): «È giusto fornire ai cittadini dati che si riferiscono a soldi pubblici», dice Avanzo. Dal Garante finora nessuna risposta: il quesito trentino - è stato spiegato - sarà affrontato insieme a quelli di altre Regioni sulla stessa materia.

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