Vitalizi, è battaglia sulla trasparenza

Bufera su Widmann che dice stop ai nomi di chi fa ricorso. No di Pd, Upt e Patt. Manica: «Chiederemo l’accesso agli atti»


di Chiara Bert


TRENTO. Nel giorno in cui la politica ha dato l’ultimo saluto a Diego Moltrer è di nuovo bufera politica sui vitalizi. Questa volta l’oggetto è la trasparenza, ovvero: da parte della presidenza del consiglio regionale vanno resi pubblici o tenuti segreti i nomi degli ex consiglieri che hanno presentato i ricorsi contro la legge che ha ridotto i loro anticipi d’oro?

Moltrer la sua decisione l’aveva presa: trasparenza. I nomi vanno dati. Non si tratta di fatti privati di singoli, ma di ricorsi contro una legge regionale che regolamenta vitalizi pagati con soldi pubblici. E siccome su 127 ex consiglieri, alcune decine hanno restituito quanto dovuto, o hanno annunciato di volerlo fare, è giusto che l’opinione pubblica possa sapere chi ha scelto una strada e chi un’altra. Thomas Widmann, vicepresidente del consiglio regionale reggente, ha invece dichiarato martedì alla stampa che «Moltrer ha sbagliato perché ha violato la privacy» e che lui i nomi non li darà «perché gli ex consiglieri non sono più persone pubbliche ma privati che decidono di fare causa e un privato non finisce sul giornale». Ieri, interpellato sul punto, Widmann ha risposto di non aver dichiarato nulla alla stampa, tanto che si dice che ieri sia andato a scusarsi con la vedova di Moltrer per le parole attribuitegli. Dai vertici Svp ieri molto imbarazzo e nessuna presa di distanza dal proprio esponente (vedi articolo sotto, ndr).

Chi invece prende posizione è il capogruppo regionale del Pd Alessio Manica: «Moltrer ha fatto bene a rendere pubblici i nomi dei ricorrenti, le istituzioni hanno il dovere di essere trasparenti. Se poi Widmann deciderà di non darli più, il gruppo del Pd farà richiesta di accesso agli atti. Non renderli pubblici passerebbe come la difesa della casta che vuole nascondere le cose». Per il Pd la linea sui vitalizi insomma non dovrà cambiare: «Gli ex consiglieri che hanno presentato ricorso contro la legge non difendono lo stato di diritto, difendono un sistema di privilegi. Se ne assumano pubblicamente la responsabilità». «Loro parlano di una vendetta populistica ma noi non siamo gli aguzzini degli ex. Abbiamo cercato di rimediare a una legge, quella del 2012, che non stava in piedi, cosa di cui è convinta anche la procura. Abbiamo cercato di sanare uno strappo sociale creatosi tra la politica e i cittadini. Qualcuno lo ha capito, qualcuno invece si rifiuta di capire che ciò di cui beneficia, pur frutto di norme regolarmente approvate nel passato, oggi viene considerato del tutto inaccettabile. Abbiamo approvato una legge che riduce dal 20 al 30% gli importi, che restano ampiamente sopra la media delle pensioni. E quindi chi oggi decide di fare ricorso contro questa riforma se ne deve anche assumere pubblicamente la responsabilità. Checché ne pensino gli ex consiglieri, io penso che Moltrer non abbia sbagliato a diffondere i nomi dei ricorrenti. Le cose - se sono difendibili - vanno dette. Le istituzioni,ancor di più in questo momento storico, hanno il dovere di essere trasparenti e non ci si può trincerare dietro la privacy. Certi privilegi sono sopravvissuti nel tempo anche perché è mancata l’informazione». Parole nette le ha pronunciate ieri anche Lorenzo Baratter, capogruppo del Patt e amico intimo di Moltrer, e lo ha fatto durante il funerale dell’ex presidente del consiglio: «Siamo fieri di esserti stati vicini e di averti rincuorato nei momenti difficili, nella tua battaglia di giustizia che era diventata la tua ragione di vita. Non devi temere, Diego, insieme porteremo avanti con ancora più forza quello in cui hai creduto. Ci insegnavi l’importanza di una politica vicina ai più deboli, l’unico modo per dare speranza e far capire che anche in politica non siamo tutti uguali». «Non vedo cosa ci sia da nascondere», commenta il capogruppo Upt Gianpiero Passamani: «È cambiato il mondo, mi sembra normale dire chi ha presentato ricorso e chi ha restituito». E per la massima trasparenza si schiera anche il capogruppo di Forza Italia Giacomo Bezzi.

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