Violenza sulle donne, 600 casi l’anno

Sono gli accessi totali ai pronti soccorsi provinciali. Al Santa Chiara 5 sospetti stupri e 4 abusi sulle bambine


di Luca Marognoli


TRENTO. Cinque casi all’anno di sospetta violenza sessuale e quattro di sospetto abuso sulle bambine. Sono i dati, riferiti al solo ospedale Santa Chiara di Trento per il 2012 e il 2013, registrati dall’Azienda sanitaria, ente tra i firmatari del protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere sottoscritto un anno fa tra Provincia, Commissariato del governo e forze dell’ordine. Lunedì 25 novembre si celebra la “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne”, fenomeno che il Trentino intende affrontare in modo sempre più coordinato e con grande determinazione.

L’Azienda sanitaria dispone di un altro dato significativo: gli accessi di donne “per violenza altrui” ai pronti soccorsi di tutta la provincia (non solo Santa Chiara, quindi) nel triennio 2010-2012. Numeri importanti: 607 nel 2010, 545 nel 2011 e 579 nel 2012. Si tratta, però, di un dato grezzo, avverte Paola Maccani, direttrice per l’integrazione socio-sanitaria dell’Azienda: «Nella categoria delle “violenze altrui” rientrano tutte le fattispecie di violenza, non solo quella compiuta da uomini e soprattutto quella domestica da parte di compagni o ex partner». Sono compresi quindi, per esempio, i traumi a seguito di scippo, le cadute causate da spinte date da un altro ospite di Rsa e le aggressioni da parte di colleghi d’ufficio (maschi e femmine). «Ma stiamo mettendo a punto un progetto che consenta di individuare precisamente la violenza domestica», informa Maccani. L’impegno dell’Azienda si muove su diversi binari: «Lavoriamo a linee guida interne (che saranno pronte a fine gennaio) mirate a: rendere più sensibili gli operatori sanitari nel capire i “segnali deboli” che possano fare sospettare che la donna ha subito violenza, al modo in cui affrontare la cura e l'assistenza nello specifico, e a come orientare le donne a rivolgersi ai soggetti territoriali che seguono le vittime». Le remore a riconoscersi come tali e a denunciare le violenze, infatti, esistono ancora: «Non è facile affrontare il problema per una donna, perché deve mettere in discussione la relazione con una persona che ha scelto come compagno di vita. É un discorso delicato dal punto di vista psicologico. Per questo i servizi non devono sostituirsi alla persona e partire con interventi autonomi, ma aiutarla a intraprendere un percorso di consapevolezza e poi a portarlo avanti per prevedere un suo futuro diverso». Lunedì in Provincia, alla presenza delle neoassessore alle pari opportunità Sara Ferrari e alla salute Donata Borgonovo Re, sarà presentata la raccolta delle denunce per reati ascrivibili a casi di violenza di genere, effettuata dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere nel 2012. L’anno precedente erano state 506 le segnalazioni connesse a potenziali episodi di questo tipo: il 10% di tutti i reati denunciati, ben oltre la media europea del 7%. Facendo un rapporto con il numero delle abitanti, emerge che ad esserne colpite erano state tre donne su mille. Un ulteriore approfondimento sulla materia sarà effettuato nel corso del seminario aperto al pubblico dal titolo “Le denunce dei casi di violenza in Trentino”, giovedì alle 14.30 nella Sala Rosa della Regione.

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