L’INCHIESTA

«Violentata a 13 anni dal vicino di casa»

Un operaio trentino che vive in Valsugana è indagato. Avrebbe approfittato della ragazzina che doveva sorvegliare


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Quello che è un incubo per tanti genitori si è materializzato per un padre che vive in Valsugana. Aveva affidato la figlia di 13 anni al vicino di casa, gli aveva detto di sorvegliarla mentre lui era al lavoro. E, almeno secondo quanto racconta la ragazzina, il vicino, un operaio trentino quarantenne padre di due figli, ne avrebbe approfittato nella maniera più subdola violentando la giovane. La ragazzina si è tenuta tutto dentro per sei mesi, ma in questo modo non ha fatto altro che covare una rabbia tremenda che sfogava con atti autolesionistici e con un sordo rancore. Poi non ce l’ha più fatta e si è confidata con un amica che l’ha spinta a raccontare tutto ai suoi genitori.

Così è partita l’inchiesta della Procura, affidata al pubblico ministero Alessia Silvi. Nei giorni scorsi la ragazzina, tutelata dall’avvocato Romina Targa, è stata sentita con la formula dell’incidente probatorio dal giudice Carlo Ancona, con l’aiuto dello psichiatra Ezio Bincoletto. E’ stata sentita con tutte le cautele per turbarla il meno possibile. Era presente anche il difensore del vicino, l’avvocato Lorenzo Eccher.

Dal racconto della ragazzina emerge un vero e proprio incubo. Ha spiegato che i suoi genitori sono separati. Lei vive con la mamma lontano dal Trentino. Però veniva spesso a trovare il padre che si è rifatto una famiglia e vive in Valsugana. Lo faceva tutte le estati, ormai da anni. Lo faceva fino a quella maledetta estate del 2013. Lei quel giorno era sola con il papà. La compagna dell’uomo era uscita. In casa non c’era nessuno. Il padre doveva andare al lavoro, ma non si era preoccupato. Nell’appartamento a fianco c’era il vicino di casa. Di lui si fidava. E’ un operaio trentino sposato e con figli in tenera età. Con lui il padre della ragazzina aveva ottimi rapporti. Si può dire che fossero quasi amici, per quanto questa parola sia spesso abusata. Anche per questo motivo, l’uomo si fidava e ha detto al vicino di casa di dare ogni tanto un’occhiata in casa sua per vedere come se la stesse cavando la figlia. Non pensava certo di mettere strane idee nella testa di quel vicino che si presentava, e tuttora si presenta anche nelle fotografie che continua a postare su Facebook come se nulla fosse accaduto, come un buon padre di famiglia.

Peccato che quel vicino si sia fatto venire in mente un progetto a dir poco abominevole. Questo almeno secondo il racconto della ragazzina. L’avrebbe chiamata in casa con la scusa di farsi aiutare a smontare una finestra. Lei non sospettava nulla e ha accettato di buon grado di andare in casa di quell’uomo. Si fidava anche lei. Lo conosceva da anni e sapeva che era un amico del padre. Però, quando è entrata nella camera da letto, quel vicino premuroso si sarebbe trasformato in un mostro. Avrebbe chiuso a chiave la porta e poi le sarebbe saltato addosso stuprandola. La ragazza si è divincolata solo dopo che l’uomo aveva fatto i suoi comodi. E’ scappata.

Quella sera ha finto di aver raggiunto lo sviluppo per giustificare la perdita di sangue. Poi ha spiegato che non voleva parlare anche perché pensava ai figli del vicino e non voleva che non vedessero il papà. Il suo racconto viene considerato credibile dallo psicologo di parte. Gli esami medici confermano che la ragazzina ha perso la verginità. Inoltre, subito dopo il vicino ha venduto la casa e si è trasferito di corsa come se avesse qualcosa da nascondere. Adesso il perito del giudice dovrà stabilire se la ragazzina è attendibile.













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