L’edificio acquistato dalla Sad

Villa ex Taxis, parco da tutelare con le sue specie botaniche rare

TRENTO. Per secoli, senza perdere la caratteristica di azienda agricola verso la pianura, è stata prima una villa per la caccia e poi luogo di delizie sul dosso Man – Sant’Antonio. La sua presenza...


di Mauro Lando


TRENTO. Per secoli, senza perdere la caratteristica di azienda agricola verso la pianura, è stata prima una villa per la caccia e poi luogo di delizie sul dosso Man – Sant’Antonio.

La sua presenza risale al 17° secolo quando i de Roveretti trasformarono in residenza nobiliare un loro maso e vi abitarono fino a metà Ottocento. Negli ultimi anni di quel secolo fu comprata dal “gran borghese”, Giuseppe Garbari che vi creò un parco botanico di pregio di cui ora Trento si avvale. Successivamente, tra gli altri, sono arrivati i Sizzo Noris, la famiglia Zelger, i baroni de Taxis e infine le suore “Figlie di Maria”.

Le religiose tra il 1958 e 1962 la ampliarono costruendo anche la chiesa dedicata a “Maria Regina” e le assegnarono il nome di “Villa O Santissima”.

Il passo successivo arrivò nel 1982 quando, ritiratesi le suore, vi fu una nuova cessione con divisione della proprietà: la maggior parte del parco, pari a circa due ettari, è stata acquistata dal Comune mentre la villa, con la porzione di giardino adiacente, è stata fatta propria dalla Diocesi. Doveva servire per incontri ed esercizi spirituali, ma in realtà è rimasta chiusa. Adesso è arrivata la novità: la Curia arcivescovile ha venduto il complesso alla Cooperativa Sad che vi ricaverà alloggi e servizi per giovani e anziani. Un utilizzo più che opportuno considerata la villa e il luogo dove si erge. Se questa è la “storia” secolare della villa, in vista del suo riutilizzo si pongono due problemi. Il primo, più formale, si riferisce alla denominazione, mentre il secondo, più concreto, riguarda gli effetti che il suo riutilizzo potrà determinare.

Il nome: sulla cartografia generale del territorio comunale, così come appare sul sito del Municipio, il complesso degli edifici è definito come “ex villa Taxis”. In realtà lo stemma dei de Taxis (proprietari dal 1939 al 1958) appare ben visibile sulla chiave di volta del portale di accesso. A fianco si erge una sequoia piantata nel 1870: è alta 32 metri e il suo tronco ha una circonferenza di 535 centimetri. Il nome monumentale è quindi Taxis, a cui si è accostato il nome ora più comune di “O Santissima”: quale verrà adottato?

Il riutilizzo: ospitare giovani e anziani nella villa è una soluzione che certo ha un fascino. L’area è discosta dalla zona più abitata e, se non fosse per la vicina chiesa, avrebbe una frequentazione molto scarsa: di ciò nel tempo se ne è giovato il sottostante “giardino Garbari” dove le preziosità botaniche non mancano. Ecco quindi la necessità di una futura attenzione speciale per il parco al fine non di limitare la presenza delle persone, ma di tenere al riparo le preziosità botaniche in esso presenti.













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