«Versatilità e target mirati per allungare la stagione»

La ricetta di Paola Toffol, presidente dell’Apt San Martino e Primiero: «Dobbiamo sviluppare offerte che puntino ad un turismo in cerca di autenticità»


di Raffaele Bonaccorso


SAN MARTINO DI CASTROZZA. A San Martino si parla sempre più spesso di destagionalizzare il turismo e cioè fare in modo di prolungare le consuete stagioni offrendo nuove opportunità e attirare coì possibili nuovi turisti a tutto vantaggio delle strutture ricettive e non solo. Sulla questione abbiamo sentito Paola Toffol, presidente dell’Apt di San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi.

Presidente Toffol cosa ne pensa della questione?

«Premettendo che la stagione estiva si sta concludendo con un confortante segno positivo in termini di arrivi e presenze la questione non è di semplice soluzione: va considerato che gli alberghi stagionali hanno rilevanti spese di chiusura e riapertura e ci sono imposte e spese correnti che vengono sostenute anche ad esercizio chiuso. Se si aggiunge che la redditività nel tempo ha subito una costante erosione, si capisce come la scelta tra tenere chiuso e sopportare i costi fissi o aprire e rischiare che le entrate non coprano la somma dei costi fissi e di quelli aggiunti legati all'apertura, è tutt’altro che banale. A San Martino di Castrozza, come in altre località del Trentino, nei periodi di bassa stagione i turisti sono rari e così la maggior parte dei servizi e delle attività commerciali restano chiusi: come si può sperare che arrivino i turisti se la località si presenta deserta e poco funzionale?».

Le difficoltà per ampliare l'arco stagionale sono dunque reali e complesse; cosa si può fare?

«Credo non manchino le opportunità per superarle cercando soluzioni versatili (pacchetti ad hoc, vacanze a tema), target mirati (turisti che provengono da nazioni con diverso calendario scolastico e dilazione delle ferie, congressisti). La bassa stagione può essere vista come opportunità per un’offerta indirizzata a turisti in cerca di autenticità, e spesso si tratta proprio dei turisti più sofisticati. Bisogna dire che solo in alcune zone, come l’Alto Adige, si registrano ottimi flussi anche nei mesi che per noi sono il “fuori stagione”. Questo risultato è il frutto di precise strategie elaborate e poste in essere negli anni, che hanno visto la collaborazione congiunta di operatori pubblici e privati consapevoli dell'importanza delle variabili in gioco».

Bisogna anche sottolineare che dopo l’8 settembre e ancor più dopo il 15, gli alberghi aperti a San Martino si possono contare sulle dita di una mano (stesso discorso vale per gli esercizi pubblici), mentre nel Primiero c’è ancora oggi un buon movimento, anche se favorito dal turismo sociale. Cosa si può fare in concreto?

«Sono convinta che promuovere tra amministrazioni, imprese ed enti preposti un dialogo più stretto, possa favorire l’apertura ad ipotesi totalmente nuove e creative. Come ad esempio concordare aperture a turni annuali di alcune strutture, sia del ricettivo che della ristorazione e del commercio, garantire il funzionamento dei servizi di base, stringere accordi per la gestione di pacchetti a costo agevolato per la bassa stagione. Questo non pare del tutto impossibile e potrebbe costituire la base di partenza per predisporre proposte innovative. Destagionalizzare è difficile, ma non impossibile e di certo è un’opportunità in più per tutti».

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