Venerdì le campane tornano a Pergine

Finito il restauro a Innsbruck. Sabato saranno visibili in piazza e lunedì issate nel «castello». Risuoneranno a fine maggio


di Fernando Valcanover


PERGINE. A due mesi dalla loro rimozione dal campanile della Pieve di S. Maria, le nove campane della parrocchiale faranno il loro rientro a Pergine, un rimpatrio in questo caso, dopo i lavori di restauro e accordatura realizzati dalla fonderia specializzata “Grassmayr” di Innsbruck. Le campane giungeranno a Pergine nella serata di venerdì prossimo 10 maggio, per essere esposte il mattino seguente in piazza S. Maria, davanti alla Canonica. Nel pomeriggio, con inizio alle 14, nel corso di una significativa cerimonia presieduta dall’arcivescovo Luigi Bressan e dal parroco don Remo Vanzetta, le campane saranno benedette. Lunedì 13, come ricorda il parroco don Vanzetta, saranno poi issate sul campanile e fissate al “castello”, il particolare telaio in larice che le sorregge, che in queste ultime settimane e stato in gran parte rinnovato. Una volta sistemate, la ditta che ha in appalto i lavori chiuderà la struttura del castello, e quindi si procederà con gli ultimi lavori, tra i quali il completamento dei collegamenti delle campane all’impianto di elettrificazione, realizzato nel 1958. Si prevede che le campane potranno far sentire la loro voce e il familiare concerto, alla fine di maggio.

L’intervento alle campane e alla struttura del castello è stato dichiarato d’interesse culturale dalla Soprintendenza dei beni storico-artistici della Provincia, che ha finanziato il progetto di risanamento per un importo di 277.740 euro, sulla spesa complessiva ammessa di 290.334 euro. Sette delle nove campane vennero fuse nel 1823 dalla ditta Colbacchini di Verona, per accordarle con il grande “campanone”, la campana più grossa del peso di 18 quintali, alta 153 cm e con un diametro all'imboccatura di 152 cm. Le sette campane vennero requisite nel 1917 per scopi bellici da parte del governo austriaco; si salvarono solo “il campanone” e quella più piccola detta “l'agonia”. La rifusione dei danni di guerra da parte del governo italiano consentì nel 1921 la fusione di sette nuove campane, le attuali, benedette nel 1922 da monsignor Giacomo Regensburger. Su tutte si legge il nome, peso e intonazione. Il “campanon” è l’originale del 1818; “S. Barbara” del 1921, 1419 kg; "S. Giuseppe" del 1921, 950 kg; "S. Maria" del 1921, 790 kg; "S. Carlo" del 192, di 575 kg; "S. Antonio" del 1921, di 400 kg; "S. Elisabetta" del 1921, 270 kg; "S.Rocco" del 1921, di 220 kg; l’”Agonia” del 1734 del peso di soli 4,85 kg.

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