Vendemmia e controlli: «Ci vuole buonsenso»

Interrogazione al ministro del senatore Panizza dopo le multe degli ispettori Inps. «I contadini devono poter contare sull’aiuto reciproco e dei familiari»



ROVERETO. Prendetevela con le grande aziende agricole, non con i piccoli contadini impegnati con le vendemmie in piccoli appezzamenti di terreno. Il senatore Franco Panizza del Patt invoca il buon senso, nell'interrogazione urgente presentata ieri al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Il senatore fa esplicito riferimento ai controlli fatti nelle campagne lo scorso 20 settembre dagli ispettori dell'Inps, avvenuti a Besagno, Tierno di Mori e poi a Crosano nel Comune di Brentonico. Panizza chiede che il ministro consenta, ai contadini non professionali e proprietari di piccoli appezzamenti, di impiegare nella raccolta dell'uva e di altri frutti conoscenti e parenti, senza necessariamente dover ricorrere all'apertura di rapporti di lavoro, riconoscendo così il rapporto di aiuto reciproco che caratterizza il mondo dell'agricoltura di montagna, trentino e non solo. Un po' quello che già chiedeva il consigliere provinciale della Lega Claudio Civettini, il quale aveva sollevato la questione e segnalato i controlli avvenuti a Besagno.

Il momento della vendemmia è delicato per tutti i contadini, ancora di più per quelli non professionali, i quali coltivano appezzamenti piccoli, e sono pensionati o fanno un altro lavoro. Sono comunque soggetti alle stesse regole degli altri, e spesso devono vendemmiare in un solo giorno un campo di mezzo ettaro; cosa non facile ricorrendo solo ai parenti più stretti. Da tempo immemore nei paesi trentini, tra contadini e amici, ci si dà una mano a vicenda: forme di solidarietà comunitaria, assieme al sistema della cooperazione, permettono di continuare a coltivare la terra anche in zone difficili di montagna. «Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di piccoli appezzamenti, la quantità di prodotto che va sul mercato è minimale, situazioni dove nulla si può configurare come mancato rispetto delle norme sul lavoro - dichiara il senatore Panizza - mi rendo conto che è materia complessa, in cui per il legislatore è difficile stabilire i confini. In situazioni così sfumate, dovrebbe vincere il buonsenso, cosa che ahimè spesso manca. I contadini hanno vissuto questi controlli come immotivato accanimento, e credo sia legittimo, quando sia dimostrata l'insussitenza di un rapporto di lavoro retribuito. Si deve intervenire, salvaguardando un rito collettivo che è nelle nostre tradizioni».

Il senatore Frnaco Panizza auspica che il Ministro emetta una circolare urgente "Che permetta ai contadini non professionali proprietari di piccoli appezzamenti, nel rispetto delle norme sul lavoro e dove sia riconosciuta la presenza di aiuto reciproco, di continuare a farsi aiutare da amici e familiari senza dover incorrere in sanzioni", conclude il senatore autonomista. (m.s.)

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