«Ve lo dico da cinese: Trento non è più la stessa»

Xiaojian Ye, titolare del ristorante «Nuova Asia» e in Trentino da 20 anni: «Meno affari e più insicurezza. Se non avessi famiglia forse me ne andrei»


di Silvia Siano


TRENTO. Porta blindata e allarme all'ingresso. La città del 2012, vista con gli occhi della comunità cinese, è diventata pericolosa. A dirlo è Xiaojian Ye, 45 anni, a Trento dal 1992 e gestore dello storico ristorante cinese Nuova Asia in via Prepositura.

Signor Ye, come è cambiata la città in questi anni?

«Fino ad una decina di anni fa, mi chiudevo la porta alle spalle e ritornavo a casa senza preoccupazioni. Trento era una città tranquilla, ma ora lo è molto meno. Oggi non è più così e mi sono dovuto attrezzare. Una porta blindata e un allarme all'ingresso non sono comunque stati sufficienti ad impedire che i ladri visitassero il nostro appartamento. E poi lasciavo andare i miei figli da soli a scuola, ora non mi fido più e il più piccolo lo accompagno sempre».

Dopo l’ultima rissa in piazza della Portela, ha paura?

«No, ma sono arrabbiatissimo, perchè ho rilevato un’attività storica come questa, due anni fa, ma se avessi immaginato che questa era una zona pericolosa, forse ci avrei pensato due volte. Sono preoccupato per l’attività, perchè già stiamo subendo gli effetti della crisi, i costi di gestione dell’attività sono anno dopo anno sempre più alti ed in più i clienti ci dicono che hanno paura. Per colpa di un gruppo di persone che fanno confusione, rischio di vedere ulteriormente ridotti gli affari. Non lo trovo giusto e mi arrabbio ancora di più se penso che noi cinesi lavoriamo tutto il giorno, mentre c’è chi rimane tutto il giorno senza fare nulla e chi delinque».

Pensa mai di ritornare in Cina?

«Se qui non avessi moglie e figli, probabilmente sì. Sono emigrato a Trento con i miei genitori, quando avevo 25 anni. Qui ho scelto di crescere i miei figli di 17, 13 e 10 anni. Loro no vogliono proprio sentir parlare di ritornare in Cina, hanno amici ed interessi qui. Mentre i miei genitori probabilmente se ne andranno, soprattutto mia madre, dopo gli ultimi episodi di violenza, non si sente più sicura».

Che cosa risponde a chi dice che la comunità cinese non si vuole integrare?

«Non è assolutamente vero, semplicemente non abbiamo tempo, perchè lavoriamo anche nel fine settimana, quando gli altri si divertono. Certo appena arrivati ci può essere un problema di comprensione della lingua italiana, che rende più difficile comunicare, ma poi con il tempo anche a noi fa piacere conoscere le persone del posto».

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