Valsugana e Tesino, in 60 senza reddito

Il 90% sono italiani che non possono accedere a cassa integrazione o reddito di garanzia. Parte un progetto per sostenerli


di Marika Caumo


BORGO. Sessanta persone, quasi tutte italiane, che nel giro di poco tempo si sono trovate senza lavoro, reddito, casa. Seguite dai servizi sociali della Comunità. Una situazione drammatica, figlia del perdurare della crisi economica a cui la Comunità cerca di fare fronte, attivando da inizio giugno un progetto innovativo, in collaborazione con Agenzia del lavoro e Servizio ripristino.

Partiamo dal principio. «A causa della durata della crisi abbiamo un buon numero di persone, una sessantina, che sono uscite da qualsiasi sistema di aiuti. Non hanno nessun paracadute, non possono accedere ne a reddito di garanzia, ne a cassa integrazione, disoccupazione, mobilità», spiega il presidente della Comunità Sandro Dandrea. «Oltre il 90% sono italiani. Gli stranieri riescono ancora a rientrare in questi circuiti», aggiunge la responsabile del servizio sociale, Maria Angela Zadra. Spesso, infatti, queste persone non possono accedere a nessun aiuto perché l'anno precedente lavoravano o perché hanno un pezzo di terra o una vecchia baita che fanno salire l'Icef. Chi sono? Famiglie con minori a carico, anche separati, trentenni, anziani. Persone con problemi economici, seguiti dai servizi sociali. Persone sprofondate in un vortice, perdendo lavoro, casa, famiglia. Senza reddito, senza un soldo. Spesso con mutui da pagare e situazioni difficili in casa. «Siamo partiti nel 2013 con un caso, poi 2, 3, 10, fino a 60. Abbiamo dovuto inventarci qualcosa, un’iniziativa fuori dai canoni. Ne abbiamo parlato con i sindaci e si è deciso di finanziare al 100% questo bisogno attraverso una convenzione con il Servizio ripristino e l'Agenzia del lavoro che ci permette di trovare il modo di reinserirli nel circuito, per potersi riagganciare ai paracadute sociali», chiarisce Dandrea.

Funziona così. I Comuni metteranno risorse proprie per consentire a queste persone di lavorare il periodo necessario per rientrare nel reddito di garanzia (bisogna aver lavorato almeno 8 settimane negli ultimi 15 mesi) o, per chi ha l'Icef alto, prendere la disoccupazione (bisogna aver lavorato 101 giorni in 2 anni). I giorni necessari saranno stabiliti caso per caso. Cosa molto importante, i Comuni per finanziare questo progetto, utilizzeranno i fondi che derivano dai sovracanoni Bim, che sono destinati a opere di miglioramento ambientale legate al ciclo dell'acqua. Ecco quindi che le persone saranno impiegate in questo settore di miglioria ambientale dei corsi d'acqua. A coordinarli sarà il Servizio ripristino. Non è un Progettone, qui i casi sono più estremi. «Un progetto della Comunità, con la convenzione che è stata firmata un mese fa e che partirà con inizio giugno. Le persone sono segnalate dall'Ufficio per l'impiego e dal servizio sociale. Non è il politico che sceglie chi e come, ma un meccanismo tecnico che stabilisce l'urgenza. L'unica scelta politica è stata chiedere ai Comuni di mettere a disposizione quei fondi», conclude Dandrea.













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