Valanga sul Baldo: recuperati i corpi dei due giovani travolti

Luca Carletto e Matteo Barzoi erano conosciuti nell'Alto Garda. Matteo studiava all'Enaip di Arco



MALCESINE. Sono due le vittime della slavina che sabato pomeriggio si è staccata dalle pendici del monte Baldo, sopra Malcesine. Dopo Matteo Barzoi, 20 anni, estratto dalla neve nella tarda serata, ieri mattina è stato trovato senza vita anche Luca Carletto, 17 anni. L’unico sopravvissuto, il sedicenne Maikol Benedetti, dopo una notte in ospedale è tornato a casa.
 Le ricerche del disperso sono riprese ieri alle 7 e 30, dopo che gli esperti avevano deciso, valutata la stabilità del manto nevoso, che si poteva operare in condizioni di sicurezza. Sopra l’enorme massa bianca che la valanga aveva accumulato in un canalone sotto Tratto Spino, tra quota 1700 e 1400 metri, si sono messe al lavoro, giunte in aiuto dei colleghi veronesi, anche le squadre del Soccorso alpino di Riva del Garda, Rovereto e Ala, nonché tre unità cinofile, tutti portati lassù da due elicotteri del 118 di Trento e di Verona.
 Individuati due punti in cui era più probabile che si trovasse il corpo, punti confermati dal fiuto dei cani, è partito il sondaggio. Luca Carletto si trovava sotto 80-90 centimetri di neve, sulla sinistra, guardando a valle, del canalone. Come Matteo Barzoi era stato trascinato dalla slavina per quasi 400 metri, in mezzo agli alberi. Sono stati sfortunati, dice Gianluca Tognoni del Soccorso alpino trentino: se non fossero franati a valle per tanti metri, se non fossero finiti contro le piante, forse adesso non dovremmo piangerli.
 Il destino è stato meno malevolo con Maikol, l’unico dei tre a sciare con lo snowboard (Matteo e Luca invece erano appassionati di freestyle). Grazie alla sua forza - è un ragazzone robusto, pieno di muscoli ed energia - con la tavola è riuscito a mantenersi a galla, fermandosi più in alto e più verso il centro della slavina. Emergeva dalla neve con il busto abbastanza da muovere le braccia, quando sabato lo hanno avvisato dall’elicottero. Aveva un taglio sul ginocchio e un principio di congelamento, niente di grave; è stato lui a lanciare l’sos, senza rendersi conto che non molto lontano dal punto in cui la neve lo aveva imprigionato c’era anche Matteo, però a testa in giù, quasi completamente sommerso, sicuramente già morto.
 I tre ragazzi erano partiti da Malcesine, dove risiedono con le famiglie, nel primo pomeriggio di sabato. Tutti e tre bravi - Luca in particolare era considerato un fuoriclasse - conoscevano le piste del Baldo a menadito. Stavolta, però, attratti forse dallo strato di neve fresca e farinosa, soprattutto instabile, caduto il giorno prima, hanno deciso di uscire dai tracciati più battuti e sicuri. Lasciato il ristorante Capannina, dove si erano rifocillati, si sono buttati nella discesa dei Prài. È stato sicuramente il loro passaggio a provocare il distacco della slavina













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