Valanga al Tonale: salvi due sciatori

La massa di neve ha parzialmente sommerso padre e figlio svedesi



TRENTO. Solo stati parzialmente travolti dalla valanga ma si possono dire fortunati: sono riusciti a liberarsi da soli e non hanno avuto bisogno di ricorrere alle cure del pronto soccorso. Loro sono due turisti svedesi (padre e figlio) che ieri hanno affrontato una valanga che si è staccata in località Valbiolo, al passo del Tonale. La segnalazione, alla centrale operativa di Trentino Emergenza, è arrivata verso del 13.30 da un uomo che aveva assistito al distacco e che poso prima aveva visto passare dalla zona due sciatori. Siamo a 2.200 metri d'altezza lontano dalle piste del Tonale che insistono sul comune di Vermiglio. Immediatamente sono partiti i soccorsi che hanno coinvolti, l'elisoccorso, i vigili del fuoco, i carabinieri e la polizia. La zona è stata interamente controllata anche se la buona notizia è arrivata subito: i due sciatori coinvolti erano stati solo lambiti dalla lingua di neve ed erano sì spaventati ma incolumi. Si tratta di Peter Soren, 54 anni, e del figlio Micael Peter Hultem, due svedesi in ferie da qualche giorno nella zona del Tonale. Ancora non è chiaro se siano stati loro stessi, sciando fuoripista, a provocare il distacco della valanga che aveva un fronte di 20 metri per ceno di lunghezza. C'è, infatti, un testimone oculare che però non è stato ancora rintracciato dalle forze dell'ordine. Se fossero stati loro a causare la valanga, dovranno pagare una multa.
Intanto i tecnici di Metaotrentino spiegano che il pericolo resta di grado marcato in tutta la provincia tranne nella zona centrale dove è moderato. «Sul territorio provinciale - spiegano - la neve è presente con continuità e valori significativi a partire dai 700 metri di quota circa. Mediamente, a quota 1800-2000 lo spessore totale di neve al suolo varia tra i 90 ed i 170 centimetri. Fino a tali quote il manto nevoso presenta uno strato superficiale, con spessore di 15-20 centimetri, di neve leggera a debole coesione, depositatosi con le precipitazioni molto fredde della giornata di Santo Stefano, che ricopre strati di neve pesante, a volte inumiditi dalla pioggia e successivamente rigelati. In quota invece gli spessori sono maggiori e la stratificazione è più complessa. Il vento ha creato cornici sulle creste e nuovi accumuli eolici, specie sui versanti meridionali, che mantengono un debole collegamento con il manto preesistente. Fino al limite boschivo il manto risulta pertanto generalmente ben consolidato, in quota invece non è da escludere una residua attività valanghiva spontanea, specie in concomitanza con il rialzo termico diurno, e permane alta la possibilità di distacchi provocati, localmente anche con debole sovraccarico. Per l'attività escursionistica ed il fuoripista è pertanto ancora indispensabile una buona capacità di valutazione locale della stabilità del manto nevoso». I punti più pericolosi sono i pendii ripidi e canaloni, specie se esposti al sole diretto. Per i distacchi provocati, tutte le zone di possibile accumulo eolico come versanti sottocresta, conche, forcelle, pendii con bruschi cambi di pendenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano