Vaia, Fiemme in pellegrinaggio 

La cerimonia. In 3 mila dagli 11 comuni della valle si sono radunati nel parco della pieve per ringraziare la Madonna della sua protezione  Lo scario Boninsegna: «Ora vegli sui nostri boscaioli». Commosso l’arcivescovo Tisi: «Questa è una comunità viva, orgoglio della Diocesi»


Luciano Chinetti


Cavalese. La Val di Fiemme ieri pomeriggio si è raccolta attorno alla Madonna Addolorata per ringraziarla di avere risparmiato la valle da sacrifici di vite umane durante la terribile tempesta dell’autunno dello scorso anno. Una delle valli del Trentino più colpite dalla Tempesta Vaia infatti è stata come è noto la valle di Fiemme. Solo la Magnifica Comunità ha subito una decimazione delle sue foreste quantificata in oltre 350 mila metri cubi con un danno enorme all’economia valligiana. E così ieri nel primo anniversario del disastro ambientale del 27 e 28 ottobre 2018 lo scario della Magnifica Giacomo Boninsegna e i sindaci di Fiemme hanno chiamato a raccolta la popolazione con un pellegrinaggio da tutti gli 11 comuni di Fiemme. Presenti anche il parroco di Predazzo, don Giorgio, e Giovanna Siviero, in rappresentanza della parrocchia di Cavalese.

Nello stupendo Parco della Pieve a Cavalese ieri erano migliaia i pellegrini che hanno raccolto l’invito dello scario e sono venuti a pregare e ringraziare la Madonna. Ad accogliere i pellegrini e porgere loro il saluto affettuoso della collettività di Cavalese ci ha pensato lo stesso Decano di Fiemme don Albino Dell’Eva che ha ringraziato il vescovo, monsignor Lauro Tisi, per essere venuto in questa occasione a Cavalese per pregare insieme alla gente di Fiemme.

Ad accogliere il vescovo e a ringraziare la Madonna Addolorata c’erano moltissime persone ieri venute in pellegrinaggio gran parte a piedi perfino da Predazzo e da Moena, come si faceva un tempo. Il saluto affettuoso della valle al presule lo ha anticipato per altro lo stesso scario della Magnifica, Giacomo Boninsegna. «Oggi tocca a me l’onore di porgererle il benvenuto in questo Parco, in questa chiesa, simbolo della cattolicità di Fiemme. La sua presenza qui- ha sottolineato lo scario - oggi ha dato maggiore solennità a questo momento religioso così pregno di significato e di spiritualità. Il gruppo coordinatore di questo evento ha voluto mantenere in un dimensione strettamente religiosa questo pellegrinaggio. La Madonna Addolora – ha proseguito lo scario - fu nei secoli invocata in tempo di calamità pubbliche (guerre, siccità, inondazioni). Con cadenza periodica avveniva tra l’altro “La Levada”, cioè la statua della Madonna veniva portata a spalle in processione per invocare la sua protezione. L’ultima levata si è tenuta tre anni fa, il 18 settembre 2016». Oggi con questa messa solenne, con il pellegrinaggio di numerosissimi valligiani (circa 3.000 persone con 1500 posti a sedere) con un momento di preghiera, di meditazione, Fiemme ha voluto dare prima di tutto ringraziare la Madonna Addolorata per aver salvato, lo scorso anno durante la Tempesta Vaia, Fiemme da lutti umani e richiedere nuova protezione sulla popolazione tutta, sulle nostre comunità. «Sui nostri boscaioli- ha aggiunto lo scario -, sugli operai e quanti sono impegnati in questa immane operazione di recupero degli alberi e sulle opere di difesa del territorio. Ingenti sono stati i danni ai nostri boschi, alla viabilità forestale e non. Ma, per Grazia Divina, nessuna vittima. Siamo vicini con il nostro pensiero e con la preghiera alle valli che hanno avuto anche purtroppo vittime umane. La preghiamo, monsignor Lauro Tisi, di voler portare nei prossimi giorni, in occasione delle cerimonie religiose, i nostri sentimenti di vicinanza ai famigliari della due vittime Michela Ramponi e Denis Magnani. Oggi non parliamo di danni economici, ci saranno tempo e sedi appropriate. Credo che Vaia abbia avuto un lato positivo: ha fatto scoprire anche a noi il valore in termini di sicurezza e difesa del territorio, del paesaggio, il valore della natura e del bosco. Ciò che può sembrare un disastro può rivelarsi un’opportunità di crescita. Vaia è stato anche un grande campanello d’allarme. Una lezione che ci deve impegnare ognuno nel proprio ruolo (amministratori, politici, forze imprenditoriali, comuni cittadini) al rispetto della natura, a stili di vita consoni al mutamento climatico dell’atmosfera. Ci deve impegnare anche a voler bene al nostro territorio e a fare azioni concrete in questa direzione. Voglio concludere con la frase scolpita su questo leggio, recuperato dai nostri boscaioli a Cadino e scolpito dal nostro artista Federico Vanzo: “Tutto ciò che ha un’un anima è destinato a rinascere”».

Di fronte ai segni di unità e di accoglienza della monsignor Tisi si è davvero commosso: “Il vostro è frutto del segno del Popolo di Dio – ha detto l’arcivescovo –. Dio vi guarda con amore e la Madonna Addolorata vi ha protetto e continua ad assistervi. La realtà che ho visto qui oggi (comunità, parrocchie, cori parrocchiali, anziani, bande, vigili del fuoco) ha superato la mia immaginazione: una comunità viva, partecipe e legata da ideali e obiettivi comuni: stare vicino e sostenere chi sta peggio di te, chi soffre. Questo vostro comportamento dice che questa è una comunità benedetta da Dio, una valle orgoglio della nostra Diocesi. Questa comunità dice anche che l’uomo vive di bellezza, che la creazione è l’habitat del bello. L’atteggiamento da assumere ora è quello del Poverello d’Assisi, che ha saputo contemplare con stupore il creato, capirne l’enorme bellezza e utilità per tutti». Al vescovo lo Scario Boninsegna ha consegnato poi l’omaggio della comunità di Fiemme, mentre ai sindaci è stato consegnato l’abete, simbolo della vita, benedetto dal vescovo.













Scuola & Ricerca

In primo piano