val di sole

Vacanze a sbafo, il cliente sfugge anche al giudice

Un quarantenne forlivese molto distinto si era presentato a Santo Stefano in un hotel di Dimaro, soggiornando 2 notti. E poi facendo perdere le sue tracce


di Luca Marognoli


TRENTO. Una persona distinta e riservata. Chissà perché quando si associano questi due aggettivi c'è sempre da stare allerta. Di solito nei romanzi gialli sono sempre gli insospettabili a rivelarsi i colpevoli. Forse i titolari dell’Hotel Kapriol di Dimaro avrebbero dovuto tenerne conto e allarmarsi vedendo arrivare quell’ospite così squisito e signorile, da solo e senza prenotazione, il giorno di Santo Stefano del 2015. Ma come fargliene una colpa? I romanzi, dopo tutto, spesso si discostano dalla realtà. Spesso...

All’hotel solandro quel giorno, anche se nel bel mezzo delle feste, c’era posto e l’ospite, un forlivese di quarant’anni, era stato accolto con la dovuta cordialità. Voleva una camera doppia, perché - diceva - un amico avrebbe dovuto raggiungerlo in seguito. Il suo contegno tranquillo e garbato ne facevano l’ospite perfetto.

Il giorno successivo aveva riferito che l’amico sarebbe arrivato ventiquattro ore dopo, a causa di un contrattempo e la mattina del 28 il distinto signora aveva annunciato in reception che si sarebbe recato a Trento per raggiungerlo. Aveva chiesto il conto e avvisato che avrebbe caricato il proprio bagaglio in macchina dal garage per poi riportare la tessera della sbarra che dava accesso all’autorimessa.

La titolare è rimasta in attesa che il cliente facesse ritorno in albergo fino alla chiusura degli impianti: spesso gli ospiti vogliono sfruttare la giornata di sci senza perdersi l’ultima pista e ricompaiono all’imbrunire. Ma alle 17 del quarantenne non c’era traccia.

L’albergatrice, non ancora sfiorata dall’idea che dietro il distinto ospite si nascondesse un impostore, ha iniziato a preoccuparsi: forse gli era successo qualcosa, magari un incidente sulle piste che gli aveva impedito di farsi vivo.

Non sapendo cosa fare si è messa alla tastiera del pc e ha digitato il suo nome su internet. Eccolo: parla di lui addirittura un articolo di giornale. Persona distinta, riservata e anche importante? Non proprio: il quotidiano racconta di un arresto a suo carico.

Mistero svelato. E inganno venuto a galla. Troppo tardi però: il forlivese era già chissà dove, con la tessera del garage, la chiave della stanza dove aveva soggiornato e, naturalmente, con il conto da pagare: 167 euro, compresi gli extra, per due giorni e mezzo di mezza pensione, servito e riverito.

Ieri in tribunale, a Trento, si è aperto il processo (per appropriazione indebita e insolvenza fraudolenza) a carico del quarantenne forlivese, ma il giudice Enrico Borrelli ha rinviato l’udienza disponendo nuove ricerche dell’imputato, se occorre anche all’estero. Il cliente è ancora fuori stanza.

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