il caso

Va in piscina con mamma ma si ustiona i piedini

L’incidente domenica al Dòlaondes di Canazei, la vittima è una bimba di 16 mesi. La piccola ha camminato su una piastra d’acciaio resa rovente dai raggi del sole


di Paolo Tagliente


TRENTO. Era andata con la mamma al centro acquatico Dòlaondes di Canazei per cercare un po’ di refrigerio dalla calura che in questi giorni non risparmia nemmeno la Val di Fassa, ma ha rimediato dolorosissime ustioni ai piedini. Protagonista della disavventura una bimba di 16 che chiameremo Maria e che domenica pomeriggio era all’interno della moderna struttura sportiva fassana. Il sole batteva forte e la piccola ha giocato a lungo in piscina in compagnia della mamma.

Una giornata meravigliosa, insomma, fino a quando madre e figlia si sono avviate verso le vasche in cui ci si risciacqua i piedi prima del bagno. Ed è lì che la piccola s’è ustionata. Come? Le vasche lavapiedi sono due, divise da una piastra di acciaio che i raggi solari avevano reso caldissima. E così, quando è venuta in contatto con il metallo la delicatissima pelle dei piedini della bimba ha riportato ustioni di 2° e 3° grado.

«La piccola – spiega l’avvocato Manuela De Pellegrini, a cui la famiglia s’è subito rivolta per sporgere querela – ha subito perso l’equilibrio e si è seduta sulla piastra stessa, ma per fortuna la mamma che era dietro di lei ha capito cos’era accaduto e l’ha sollevata, evitando che riportasse altre dolorose ustioni». Raggiunta poco dopo dal marito, la donna ha portato la figlia prima all’ospedale di Cavalese, dove è stata medicata, e ieri mattina è scesa al reparto di Chirurgia Pediatrica dove i medici, confermata la diagnosi dei colleghi del nosocomio fiemmese, hanno medicato e fasciato la piccina.

«I piedini – spiega il papà – dovranno rimanere così per un mese e ogni due giorni dovranno essere medicati. Quanto accaduto ha davvero dell’incredibile – commenta l’uomo – perché mi sembra assurdo che in una struttura così moderna e così affollata ci possa essere un’insidia simile. Purtroppo è accaduto a mia figlia, ma sarebbe potuto accadere a uno qualsiasi dei bambini che a decine erano presenti domenica al Dòlaondes». E così, mamma e papà si sono rivolti al legale che ora sta valutando le prossime azioni.

«Sto preparando la querela – spiega De Pellegrini – ma per la richiesta di risarcimento dovremmo attendere gli esiti e i tempi di guarigione della bimba. È davvero strano che in un centro acquatico così moderno non si sia pensato di mettere almeno un cartello per segnalare il pericolo che quella piastra metallica, riscaldata dal sole, può rappresentare». Questa la versione dei fatti fornita dalla famiglia e dall’avvocato.

Prudente la posizione della direzione di Dòlaondes. «È strano – spiega Francesco Zanna, responsabile amministrativo della struttura fassana – ed è superfluo dire che un episodio simile non ci era mai accaduto. Va detto che quando il nostro personale è stato informato di quanto accaduto, la signora era già negli spogliatoi e la bimba, che per altro non piangeva, presentava sui piedini vesciche già aperte.

Solo più tardi è arrivato il papà. Siamo sconcertati perché la struttura è moderna ed è assolutamente a norma, progettata per rispettare tutti i canoni di sicurezza anche per i nostri clienti più piccoli. Non abbiamo ancora molti elementi – prosegue il responsabile –, ma è chiaro che nelle prossime ore ci adopereremo per fare completa chiarezza sull’episodio e accertare se quanto riferito dalla signora sia davvero accaduto nei termini riportati e anche se sia avvenuto proprio nella nostra struttura. Non è nostra intenzione alimentare polemiche, è ovvio, ma la situazione è delicata e tutta da verificare».













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