«Una filiera linguistica dalle medie all’università»

La dirigente del Curie, Sandra Boccher, spiega il progetto per gli Artigianelli «Un polo multiculturale che integra varie realtà scolastiche inedito per l’Italia»


di Roberto Gerola


PERGINE. Ruolo decisivo nel progetto di utilizzo degli “Artigianelli” ha avuto la dirigente del “Marie Curie”, Sandra Boccher. Una proposta, la sua, recepita a livello di giunta comunale con l’ampliamento del discorso anche alle scuole medie di Pergine e all’Università di Trento. «Un progetto che vuole dar vita - dice la dirigente - ad un polo plurilinguistico e multiculturale, rafforzando il rapporto scuola-territorio per costruire un sistema integrato». Alla base di tutto, la possibilità di realizzare una struttura organizzativa funzionale e riconoscibile, un punto di riferimento fisico. Appunto a Susà.

«Sarebbe una formula inedita in Italia - afferma Sandra Boccher -, perché vede integrarsi varie realtà scolastiche, non solo dal punto di vista strettamente didattico, ma andrebbe a costituire una filiera linguistica molto interessante: alla scuola media dall’università passando appunto per il liceo, ma anche per i tirocini per gli insegnanti. A tutto ciò andrebbe ad aggiungersi la possibilità di scambiare esperienze culturali diverse. Quest’anno siamo stati in Senegal, l’anno prossimo probabilmente andremo in Canada. Stabilire quindi possibili rapporti non solo di lingua ma anche di cultura sarebbe oltre modo utile. Attuare gemellaggi con realtà diverse, poter ospitare questi studenti o altre realtà culturali, rappresenta sicuramente un passo avanti. In questo senso, avere a disposizione un convitto con camere per l’alloggio e locali per la didattica e gli incontri, sarebbe una qualificazione importante per la comunità non solo perginese. Il compendio “Artigianelli” potrebbe diventare punto culturale dai molteplici aspetti operativi: università, lavoro, ricerca, scuola».

Nel progetto sono stati individuati punti di attenzione: confronto tra culture di popoli diversi con ascolto sistematico, con programmi di iniziative diverse; educazione alle diversità e allo sviluppo della conoscenza; cultura della montagna, dell’autonomia delle minoranze linguistiche; cittadinanza europea; modelli di educazioni bilingue e plurilingue; alfabetizzazione precoce in più lingue; metodologie, strumenti e strutture d’innovazione nell’apprendimento delle lingue.

«Attuando questo progetto, si coinvolge il Curie - dice ancora Sandra Boccher - ma anche le scuole medie vista l’ipotesi di sezioni linguistiche, educando così anche i più giovani e risolvendo qualche emergente problema di spazio».

Non nasconde infine che la gestione anche amministrativa, di questo progetto sarà complessa proprio per le diverse realtà che vengono coinvolte. «Da parte mia - conclude la dirigente del Marie Curie - vedo che c’è anche molto entusiasmo tra le parti proprio perché si presenta come una novità tutta da costruire. Anche per i giovani sarà una novità con molti aspetti positivo sul trovare poi lavoro».

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