Una campagna contro il boom delle slot

Negli ultimi mesi “bruciati” 115 milioni. Ieri vertice in Comune: l’Ama prepara spot tv, e ad Educa un seminario sull’azzardo



TRENTO. Continua a salire la febbre per il gioco d’azzardo. Ieri, nuovo vertice del tavolo di lavoro, costituito appositamente per contrastare un fenomeno che, in Trentino come in altre regioni, riveste i caratteri dell’allarme sociale. Negli ultimi mesi di quest’anno, ammonta a 115 milioni di euro circa il capitale speso al gioco, contro i circa 103 milioni di euro dell’anno scorso, con un picco di 148 milioni di euro nel mese di gennaio. E per questo, che i soggetti (Ama, Comune e Provincia, Consolida, Caritas, l’azienda sanitaria Sert, Casse rurali, Confesercenti, polizia municipale, ordine dei giornalisti, consorzio dei comuni trentini e Comune di Rovereto) che, lo scorso maggio hanno sottoscritto la campagna anti-gioco d’azzardo, non intendono abbassare la guardia.

“Abbiamo programmato nuove iniziative per l’autunno – spiega Sandra Venturelli, coordinatrice Ama, associazione auto-mutuo aiuto di Trento – soprattutto con le scuole. Penso ad esempio al bando di concorso rivolto agli studenti delle scuole superiori per premiare il manifesto e lo spot pubblicitario di maggior effetto contro il gioco d’azzardo e ai momenti di informazione per le famiglie e i ragazzi nell’ambito della quinta edizione, di Educa, la manifestazione nazionale sull’educazione, che si terrà dal 28 al 30 settembre a Rovereto”. La domenica mattina nel seminario "A che gioco giochiamo" saranno presentati dati, video e testimonianze dal vivo di ex giocatori e loro famigliari. Nel pomeriggio, invece, il matematico Paolo Canova e il fisico Diego Rizzuto cercheranno di smontare alcune delle più diffuse credenze sul gioco d'azzardo esplorando le leggi matematiche che ne stanno alla base. Lo faranno coinvolgendo direttamente il pubblico nella conferenza-spettacolo del pomeriggio "Fate il nostro gioco" che ha già girato tutta Italia e con la quale verrà dimostrato quanto sia facile in realtà perdere come è facile perdere. I due studiosi esporranno le loro teorie anche ai due licei scientifici della città.

Ed ancora, ad ottobre, verrà presentata una relazione sul gioco d’azzardo in valle dei Laghi, che raccoglie i questionari somministrati ai giovani dai 18 ai 25 anni e che esplorerà lo sconosciuto mondo dell’azzardo online. “Purtroppo il fenomeno del gioco via internet – continua Venturelli – è in crescita e difficilmente controllabile. La legge in generale non aiuta. Indicare la distanza dai luoghi sensibili o definire un certo tipo di pubblicità come ingannevole, non è sufficiente. Serve riconoscere il gioco d’azzardo come una patologia ed inserirla nei livelli essenziali di assistenza. Anche se riscontriamo una maggiore consapevolezza e sensibilità al problema del gioco d’azzardo, il cammino è ancora lungo. I giocatori sono malati che spesso rimangono senza casa e senza lavoro, trascinando nel baratro le loro famiglie. Sono un costo sociale, che nessuna società civile può permettersi”.

(sil.sia)

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