Tutta la ciclabile minuto per minuto

Il test del nostro fotografo: telecamera sulla forcella da via Brennero a Trento Sud


Dino Panato


TRENTO. Ho voluto provare sul campo, toccare con “pedale” le ciclabili. Sono sempre stato critico sia sulla progettazione che sull'utilizzo da parte dei ciclisti di queste corsie a loro riservate, che tanti euro sono costate all'amministrazione, e tanti (quanti!) disagi, in termine di larghezza di carreggiata e parcheggi, sono costati agli automobilisti. Ho chiesto a mia moglie di prestarmi la sua bicicletta. È rimasta basita e mi ha detto che la sua bicicletta non aveva le rotelle dietro, visto che non si ricordava di avermi visto usare questo mezzo da molti anni. Rassicurata sulle mie intenzioni e il mio stato di salute, ho montato la telecamera sulla forcella e sono partito da dove abito, in via di Madonna Bianca (Trento Sud) e ho percorso tutta la ciclabile, come segnalata, fino al monumento ai Caduti di Nassiriya in via Brennero.

Mi sembrava una distanza notevole per il mio "allenamento" e avevo preallertato mio figlio che lo avrei chiamato per recuperarmi. Arrivato in via Brennero ho capito che l'impresa non era impossibile. Ho acceso la telecamera, controllato l'ora di partenza e via verso Trento Sud. Il tempo impiegato? Solo 25 minuti. In macchina nelle ore di punta, senza utilizzare la tangenziale, ci si impiega circa 15 minuti e sperare di trovare un parcheggio.

Primo punto a favore: si risparmia tempo. La pista è abbastanza ben segnalata, compreso gli stop per le bici e dove si può attraversare come un pedone. Gli automobilisti, in linea di massima, sono attenti ai ciclisti negli attraversamenti. Solo tre non mi hanno dato la precedenza. Sono piuttosto i pedoni che camminano sulla ciclabile, invece che nella parte a loro destinata, che non tengono in considerazione i ciclisti. Attraversano la ciclabile senza guardare e sembrano scocciati se devono spostarsi. In un pezzo di strada senza ciclabile, gli autobus non ti sorpassano se a poche decine di metri c'è una fermata, per non stringerti contro il marciapiede. Gli automobilisti, invece, se mancano una decina di metri a un incrocio, ti sorpassano e ti tagliano la strada. Non tutti per fortuna.

Lo stato delle piste è abbastanza buono, inteso come buche e scalini, né più né meno che quello delle strade che affiancano. In certi attraversamenti semaforici, i tempi d'attesa con il rosso sono un po' lunghi, ma questo vale anche per i pedoni. E alcuni ciclisti, come i pedoni, passano con il rosso. Quando s'incrocia un altro ciclista, quasi tutti tengono la destra. Qualcuno è un po' indeciso ma non ho fatto incidenti. Le donne in bicicletta sono molto più attente alla guida e alla segnaletica. I maschietti invece tendono a competere in velocità e infrazioni. Con l'automobile quando sei in colonna, hai più tempo per guardare vetrine e i cartelloni pubblicitari.

Sulla ciclabile ti puoi fermare (cosa che io non ho fatto perché volevo misurare il tempo di percorrenza), quando incontri qualcuno fare due chiacchiere e ripartire. Secondo punto a favore: socializza. Come si può vedere nel filmato ho percorso un tratto affiancato da un colombo che mi ha superato, ho avuto il tempo di vederlo. In automobile mi avrebbe dato fastidio e distratto dalla guida. Inoltre, per tutto il tempo della prova non ho acceso nemmeno una sigaretta. Terzo punto a favore: è salutare e si risparmiano soldi.

Una domanda me la sono posta. È così comoda, segnalata... perché ci sono così tanti ciclisti che non la usano? Gli automobilisti si arrabbiano, le carreggiate sono state ridotte ed è difficile sorpassarli. Il ciclista ha un andamento ondivago specialmente sulle salite. Ho percorso la pista ciclabile principale, paragonabile alla tangenziale, e quindi difetti non ce ne sono molti. Oggi farò degli altri tratti e proverò a trovare dei difetti. Comincia a piacermi e non ho fatto poi questa gran fatica.













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