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Turismo: «La priorità? Destagionalizzare»

Parla l’ex presidente Pat Malossini: «Vince chi dialoga con il territorio»


Ilaria Puccini


TRENTO. La crescita del turismo in Trentino mette la politica di fronte al difficile compito di gestire numeri ingenti di visitatori, con bisogni in continuo mutamento, evitando al contempo che la comunità che abita un territorio si senta «aggredita».

Un obbiettivo che, secondo l'ex presidente della Provincia autonoma di Trento e assessore al Turismo Mario Malossini, è raggiungibile con la destagionalizzazione e il coordinamento tra i diversi settori e tra i loro addetti. Per l'inventore del "brand" Trentino e del suo logo, nonché promotore della riforma del turismo, si tratta di proseguire sulla strada avviata sin dalla seconda metà degli anni '80.

«Certe necessità si erano palesate già allora - afferma - si capiva che oltre a essere un investimento culturale, il turismo poteva favorire lo sviluppo di qualsiasi territorio, se affiancato all'agricoltura, all'artigianato e alle industrie locali».

Il meccanismo, secondo Malossini, poteva favorire anche località meno note rispetto a quelle di maggior richiamo come Riva del Garda o le valli di Fiemme e Fassa.

Ma arrivati ai livelli di oggi, come fare a gestire i numeri da record in località e paesi dalla capienza limitata? «Credo che la soluzione, più che porsi il problema dei numeri, sia saperli gestire, puntando su periodi che ormai registrano risultati come l'alta stagione: aprile, maggio e giugno, più i mesi autunnali. Su questo fronte aiuterebbe anche una riforma del calendario scolastico per permettere alle famiglie di visitarci al di fuori dei periodi tradizionali» afferma.

Scetticismo invece sull'idea di porre un tetto alle presenze, esperimento lanciato in Alto Adige e verso cui anche gli operatori della Val di Fassa nelle scorse settimane hanno espresso interesse: «Come si mette a terra una misura del genere? - chiede - penso che l'unico contesto in cui si possa attuare sia sulle piste da sci, dove grazie agli abbonamenti online è possibile avere stime precise sui numeri di arrivi e di soggiorni. In estate invece si deve puntare sull'allungamento della stagione, anche a fronte dei cambiamenti climatici, e sulla scoperta di territori meno considerati». Sull’industria sciistica, «possono essere accostate allo sci altre attività, ma non possiamo rinunciarvi» afferma.

Altri aspetti su cui lavorare saranno gli investimenti in ospitalità, formazione del personale e mobilità. «La prospettiva è continuare ad alzare la qualità ricettiva delle strutture alberghiere, e intercettare e mettere in regola il mercato degli affitti brevi nelle seconde case. Ciò non significa eliminare i b&b - assicura - ma verificarne gli standard di qualità. Dopodiché, queste realtà possono lavorare bene con gli agritur e negli aree che puntano sulla quiete e la tranquillità».

Il lavoro nel settore da tempo risente di problemi di mancanza di manodopera: «Bisognerebbe evitare che i giovani vedano il turismo come una scelta residuale o temporanea in assenza di altre occupazioni, perché ne va della qualità del servizio. Penso che delle buone strade siano investire sulla formazione professionale, aumentare le retribuzioni ma anche far capire che il lavoro nel turismo non è solo di basso livello» è l'opinione di Malossini.

Infine, sulla mobilità, per l’ex presidente è fondamentale che si investa sul trasporto pubblico: «Seguo con interesse numerosi progetti, come il progetto del collegamento ferroviario Rovereto-Riva - afferma - o la realizzazione di varianti per togliere il traffico automobilistico e pesante dai centri cittadini. Da parte dei nuovi turisti oggi c’è poi sempre di più la domanda di una mobilità non dipendente dall’auto, anche per una maggior richiesta di sostenibilità ambientale».

Sul futuro dell'industria, l'ex presidente è ottimista: «Si è diffusa una migliore sensibilità e cultura del turismo - conclude - e abbiamo tutti gli strumenti per fare gioco di squadra e una comunicazione efficace, senza escludere nessuno dal governo del territorio, alberghi, agritur, campeggi e b&b, località più e meno note. Se puntiamo al confronto anche con i più giovani e le comunità locali sono certo che il Trentino potrà confermarsi ancora come un modello vincente nel tempo ».

 













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